LA MADONNA DEL FILEREMO, TRA MISTERI E MIRACOLI

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L’effigie è preziosa e, soprattutto, considerata dal Sovrano militare Ordine di Malta come protettrice e segno tangibile della propria profonda spiritualità mariana. Si tratta dell’icona della Madonna del Fileremo, il cui nome deriva dal luogo (il monte Phileremo di Rodi) in cui sorgeva il monastero nel quale per secoli fu venerata. La storia dell’immagine, che ha vissuto attraverso i secoli autentiche peripezie – fortunatamente documentate, almeno fino all’inizio del Novecento – è tra le più affascinanti che si conoscono e affonda le proprie radici addirittura in una leggenda. Quella, cioè, secondo la quale La leggenda l’icona fu dipinta da San Luca e fatta giungere da Gerusalemme a Rodi da un uomo ricco ma disperato che, salvato dal suicidio da un’apparizione della Vergine, le avrebbe eretto un santuario dove avrebbe custodito la preziosa icona. Le recenti indagini storiografiche fanno risalire, invece, l’icona originale intorno al IX secolo. Comunque, quando nel 1308 i Cavalieri dell’ordine degli Ospedalieri di S. Giovanni si impadronirono dell’isola, il culto della Madonna del Fileremo, già diffuso, crebbe in maniera ancora più significativa e si estese ulteriormente alle regioni vicine. Stando alla tradizione, la Sacra immagine protesse l’isola dagli attacchi turchi nel 1480, nel 1513 e nel 1522. Tuttavia, quando nel 1523 l’isola cadde in mano ai musulmani, l’icona, per essere salvata, seguì il Gran Maestro Villiers de l’Isle Adam nelle peregrinazioni attraverso il Mediterraneo.
A Malta, alla Valletta, i Cavalieri le eressero un nuovo santuario dove rimase fino al 1798 quando l’Ordine venne soppresso e l’isola occupata dai francesi. Alcuni cavalieri trovarono allora rifugio in Russia dove elessero Gran Maestro lo Zar Paolo I a cui donarono l’icona, posta allora nella Cappella Vorontzen del Palazzo di San Pietroburgo. La rovina degli Zar forse provocò anche lo “smarrimento” dell’icona. Le fonti ufficiali e bolsceviche la dicono perduta nella distruzione nella Cappella Vorontzen. Nonostante questo, però, una copia, fatta realizzare nel 1852 dallo zar Nicola I per essere esposta alla venerazione dei fedeli, venne consegnata al Governatore italiano delle isole egee al fine di assicurare una sorta di “ritorno a casa” dell’immagine. Negli ambienti dell’aristocrazia slava si diffuse comunque la convinzione che l’icona fosse stata salvata dai Bianchi durante la guerra civile russa del 1918-1921 e poi, dopo diverse peregrinazioni, portata a Belgrado nel 1929. Nel 1941 sarebbe stata trasferita nel monastero ortodosso di Ostrog in Montenegro. Nuovamente data per perduta dopo la Seconda guerra mondiale, fu ritrovata agli inizi del Duemila a Cetinia, in Montenegro, dov’è conservata. La copia russa, invece, si trova ad Assisi, presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, in una cappella laterale ad essa dedicata.

PREGHIERA ALLA MADONNA DEL FILEREMO

Vergine Santissima, Madre di tutte le grazie, noi salutiamo e ringraziamo Voi, che per tanti secoli voleste porre il Vostro trono di misericordia sopra le rovine dei templi pagani, nell’isola delle rose sulla cima di Monte Fileremo, scegliendo una vetta già dalla natura foggiata ad altare, al centro del mare Mediterraneo per dimostrarci che di lassù Volevate vigilare e proteggere tutti i popoli dei tre antichi continenti, che offrirono i primi fedeli alla Santa Religione del Vostro Divin Figliuolo Gesù. I Vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono l’aiuto divino a quanti, sia pur da lontano, Vi chiamano in loro soccorso. Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza. Aiutate, o Vergine Santissima, la nostra volontà a tenerci lontani dal peccato e dall’indifferenza per essere degli di chiamarVi sempre Madre. Benedite specialmente la nostra Patria, che vogliamo benefica nella pace e amata fra tutte le genti. Benedite le nostre case, il nostro lavoro, il nostro riposo, le nostre giuste aspirazioni di bontà, di bene e di umano progresso nella universale concordia. Aiutate chi non ha sostegno e chi non ha pane, coloro che si trovano in pericolo e in tentazione, nella tristezza e nello scoraggiamento, in malattia o in punto di morte. Benedite con uno stesso gesto materno gli innocenti e i colpevoli, i credenti e i dubbiosi, per rammentare a tutti che sono e devono riconoscersi per figli di Dio e figli Vostri, affratellati dal sangue di Gesù e dal Vostro tenerissimo amore. Madre della Grazia Divina, Prega per noi.

Tre Ave e Salve Regina

100 giorni d’indulgenza

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