PADRE ILIA SUL TRAGHETTO IN FIAMME: MORTO PER SALVARE GLI ALTRI

C’è anche un monaco ortodosso georgiano tra le vittime del tragico naufragio del traghetto Norman Atlantic avvenuto al largo delle coste greche il 29 dicembre 2014. Padre Ilia Kartozia – questo il suo nome – era diretto a Bari, dove avrebbe voluto raccogliersi in preghiera nella cripta di San Nicola. Nelle ore drammatiche dell’incendio, secondo quanto riferito da testimoni, ha confortato e dato aiuto a tanti passeggeri; poi, quando avrebbe potuto salire sull’elicottero che lo avrebbe portato in salvo, ha lasciato il suo posto a una mamma con un bambino. Infine è scivolato in mare e ogni tentativo di salvarlo e risultato vano. La sua storia è stata raccolta, attraverso il racconto di alcuni compagni di viaggio, dal sito Repubblica.it. Ecco l’articolo-intervista della giornalista Gabriella De Matteis.

BARI. “È stato lui a salvarmi, a darmi la forza. Se non ho ceduto allo sconforto è stato grazie a lui”. Iracli ha 25 anni ed è uno dei superstiti di nazionalità georgiana. Con la moglie, il figlio di nove anni e i suoceri si era imbarcato sul traghetto diretto a Bari dove avrebbe voluto visitare la chiesa di San Nicola. “Con noi – racconta – c’era padre Ilia”, un sacerdote, superiore del monastero ortodosso di David Agmashenebeli, a Mtskhet in Georgia. Padre Ilia, poco più di trent’anni, a Bari avrebbe voluto pregare per la prima volta nella cripta di San Nicola, ora figura tra le vittime del naufragio.

Cosa è successo dopo l’incendio?
“Io ho preso mio figlio sulle spalle. E ho cominciato a correre, ma ci sono stati momenti in cui ho temuto di non farcela. Lui mi incitava, mi rassicurava, diceva di stare tranquillo e soprattutto di pensare a Dio. Così mi ha dato forza”.

E poi voi siete saliti sulla scialuppa.
“Lui era sempre vicino a me. Indicava la strada che avrei dovuto seguire. Poi siamo arrivati nel punto del traghetto dove avremmo dovuto prendere le scialuppe. E lui era sempre vicino a dirmi: “Pensa a Dio. Dio ti aiuta””.

Lui non è salito sulla scialuppa?
“Quando è arrivato il suo turno, quando stava per salire, padre Ilia ha visto una donna con una bambina, forse erano di nazionalità greca e ha ceduto il suo posto, le ha detto di andare avanti”.

È in quel momento che lo avete perso di vista?
“No, lui aveva con sé uno zaino. Dentro c’erano delle icone, delle immagini dalle quali padre Ilia non si voleva assolutamente separare. Diceva che le avrebbe portate sempre con sé. Quando è finalmente arrivato il suo turno si è aggrappato ad una fune che però ha ceduto. Padre Ilia è finito in mare”.

E voi cosa avete fatto?
“Qualcuno ha buttato in acqua un giubbino di salvataggio, ma il mare era molto agitato, le onde alte e lui non è riuscito a prenderlo. È morto annegato, forse. Noi sino alla fine abbiamo sperato fosse riuscito a salvarsi, pensavamo fosse stato soccorso da un’altra nave. Così non è stato, purtroppo”.