PADRE BIANCHI: “LE ICONE, “PORTA” PER LA GLORIA CELESTE”

Nell’ormai lontano 2005, in occasione del XIII Convegno ecumenico internazionale, ospitato nel Monastero di Bose, in Piemonte, dedicato alla spiritualità dell’Oriente cristiano e organizzato con il patrocinio del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca, il giornalista Giovanni Peduto intervistò il priore della comunità monastica di Bose, padre Enzo Bianchi. Nel colloquio emersero spunti interessanti sia sulla figura di Andrej Rublev, al quale il convegno era in parte dedicato, sia sul significato dell’icona nella preghiera del cristiano. Eccone alcuni stralci.

Puntiamo l’attenzione su Andrej Rublev: chi era?

Rublev è un monaco, pittore di icone in Russia, ma soprattutto è il frutto di tutta la contemplazione, di tutta la teologia di San Sergio di Radonez, quello che è l’iniziatore della spiritualità russa, tutta incentrata sulla Trinità. Chi raccoglie questa eredità e la trasforma in un messaggio iconico, di figure è proprio questo monaco. In un tempo in cui certamente non c’erano grandi meditazioni teologiche in Russia, la sua riflessione teologica attraverso l’icona ha la stessa forza, la stessa portata e la stessa efficacia nella vita dei credenti.

Fra’ Enzo, quale messaggio viene dalle icone di Rublev?

Il messaggio è essenzialmente legato a questi punti. Innanzitutto c’è Cristo, che è un Cristo mite e dolce. Le icone che lo ritraggono dicono questa mitezza e questa dolcezza misericordiosa che informerà tutta la spiritualità russa. Poi, anche la sua concezione dell’unità nella molteplicità, nella diversità vista con l’icona della Trinità, che tutti conoscono e che è l’icona che ha avuto in questi ultimi 30 anni una presenza in tutto l’Occidente, che sarebbe stata impensabile. Questa icona ha irradiato una spiritualità, che continua a richiamare gli occhi sul mistero della Trinità: uno e diversità, comunione nella pluralità. Una vera icona dell’ecumenismo e del dialogo tra le Chiese.

Alla luce della sua esperienza monastica, come pregare con le icone?

Le icone sono rappresentazioni che indicano la trasfigurazione delle cose, degli uomini e la trasfigurazione dell’umanità di Gesù. Le icone sono sempre scritte, come si dice, non dipinte, sono parola raffigurata, per cui, quando noi siamo di fronte alle icone abbiamo la stessa sensazione che proviamo di fronte alla Parola attraverso l’ascolto. In questo caso è attraverso la visione. Noi contempliamo il mistero di Dio con gli occhi, con questi sensi spirituali e nello stesso tempo siamo visti dalle icone, da questi occhi di Cristo, dagli occhi dei santi. Così, riflettendo su di noi la loro gloria, siamo trasformati di gloria in gloria e diventiamo conformi all’immagine di Cristo, che è l’immagine di Dio, l’immagine del Padre.