L’ICONA: TEOLOGIA ED ESTETICA SECONDO MONSIGNOR SPITERIS (7)

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Monsignor Yannis Spiteris, dal 2003 arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia, è stato, negli ultimi anni, anche per il suo ruolo di componente della Commissione mista teologica per il dialogo cattolico-ortodosso, uno dei protagonisti delle relazioni ecumeniche fra Oriente ed Occidente. Autore di numerose pubblicazioni, ha anche firmato un contributo introduttivo alle Sante icone dal titolo eloquente “Il significato teologico ed estetico dell’icona”. Lo proponiamo, in parti successive, agli amici de “I sentieri dell’icona” nella sezione “Un po’ di storia…”.

di mons. Yannis Spiteris
arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia
amministratore apostolico di Tessalonica

 V. INDICAZIONI DI LETTURA PER ALCUNE ICONE

1. L’ICONA DI CRISTO

L’icona di Cristo, in affresco, in mosaico o in tavola, è la più antica nella tradizione bizantina. La tradizione dice che la prima icona di Cristo è «acheiropoietos» cioè «non fatta da mano (d’uomo)». Si tratta del «santo Volto», un particolare tipo d’icona che la tradizione vuole derivata dalla prodigiosa immagine formatasi senza concorso umano su una stoffa accostata al volto di Gesù vivente in Palestina. Lungo i secoli, da questa prima forma di icona, si sono create vari tipi di icone di Cristo. I più comuni sono le seguenti: Il Cristo Pantocratore che viene raffigurato nella cupola centrale della chiesa. La più antica raffigurazione del Cristo Pantocratore la troviamo sulla cupola di Santa Sofia a Costantinopoli. Abbiamo poi il Cristo Salvatore o «Colui che dà la vita» e si trova sulla destra della «porta regale», cioè della porta principale dell’abside da cui entra ed esce il sacerdote. Queste due forme di icona di Cristo hanno caratteristiche comuni. Vi sono elementi comuni, come la chioma a casco, la barba, la destra benedicente. Altri elementi possono avere alcune varianti. Così, per es., il libro della Scrittura tenuto con la sinistra può essere aperto o chiuso, l’espressione del volto qualche volta è molto severa altre più benigna.

Icona di Cristo sommo sacerdote e re dei re. Qui Cristo è rivestito con i paramenti episcopali, in capo porta la mitra rotonda, sulle spalle l’omoforion, porta la stola pontificale con le varie croci, il Vangelo aperto sulla mano. Un’altra nota icona di Cristo è quella di Cristo della Parusia che è rappresentato sul trono sopra la porta della Deisis (supplica). Alle destra di Cristo troviamo la Madonna e a sinistra Giovanni Battista, entrambi in atteggiamento di preghiera. In tutte queste rappresentazioni Cristo porta una veste purpurea, cioè l’abito imperiale che simboleggia la sua signoria e la sua divinità. Egli è l’immagine, l’epifania del Padre. Le sue mani sono l’una in atteggiamento di benedizione e l’altra sorregge il Vangelo. La mano benedicente esprime la sua azione salvifica, attraverso di essa passa la forza che santifica l’uomo, mentre quella che sorregge il Vangelo esprime che Egli è il Maestro, la Parola vivente di Dio che viene rivolta a noi ancora oggi.

(7-continua)