IN CINA LA PROFONDA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU’

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ASIANEWS – La devozione al Sacro Cuore di Gesù in Cina è una realtà integrale della vita dei fedeli cattolici, come e più di tutte le regioni della Chiesa cattolica nel mondo. Domandare a cattolici cinesi se sono familiari con la devozione al Sacro Cuore di Gesù può essere offensivo, come se si avesse dei dubbi sulla loro ortodossia e ortoprassi. L’incontro con la vita spirituale e le tradizioni dei fedeli cinesi è anche oggi molto edificante. Tanto più se si ricorda che la loro vita è stata sottoposta a drastici e spesso tristi cambiamenti in seguito alle mutazioni del ritmo di vita: le migrazioni interne, e soprattutto la propaganda di ideali e valori antireligiosi imposta da tante ‘autorità’.

Le espressioni esterne del culto del Sacro Cuore di Gesù sono molte. Nelle famiglie e nei santuari è sempre presente l’icona del Sacro Cuore, incatenato dalla corona di spine, circondato da fiamme di amore, cosparso con goccie di sangue e la croce impiantata in mezzo. Questi segni sono un invito a ricordarsi dell’amore eterno di Dio per tutta l’umanità, amore manifestato nella vita e morte del figlio di Dio, ricordo delle sofferenze indicibili di Gesù, inflitte all’Amore Incarnato e come concentrate nella trafittura del suo cuore dopo la morte. L’icona, a parte della promessa di benedizioni speciali per ogni famiglia, rimane una forte proclamazione del fondamento e del centro della fede cristiana, un invito urgente all’apostolato per ogni cristiano, per dare così una risposta di fede e d’amore da parte nostra.

Le innumerevoli chiese e cappelle dedicate al Sacro Cuore di Gesù in Cina, testimoniano la diffusa devozione. La prima chiesa in onore del Sacro Cuore è stata consacrata nel 1863 a Zhangzhuangcun (oggi nella diocesi di Xianxian, Hebei), chiamata poi “la chiesa numero una della Cina settentrionale”. E’ stato un evento di carattere storico, dopo i lunghi anni dalle apparizioni del Cuore di Gesù a santa Margarita Maria Alacoque (1673-1675) e l’approvazione ecclesiastica della celebrazione liturgica e pubblica (nel 1765 per la sola Polonia e nel 1856 per tutta la Chiesa). Questa prima chiesa dedicata al Sacro Cuore in Cina fu distrutta nel 1976, alla fine della Rivoluzione Culturale, ma ricostruita e ri-dedicata il 10 ottobre 1999. Oggi, secondo un libretto sulla storia di Xianxian, nella diocesi ci sono 52 chiese e cappelle in onore del Sacro Cuore di Gesù. Non sappiamo quante chiese in altre diocesi sono dedicate al Sacro Cuore. L’indice della recente Guida della Chiesa Cattolica in Cina indica soltanto l’indirizzo delle tante chiese, ma senza il titolo della dedicazione (nella foto: la cattedrale di Guangzhou, dedicata al Sacro Cuore di Gesù).

Una spinta alla missione

L’alto numero di chiese dedicate al Sacro Cuore nella diocesi di Xianxian è forse dovuto al fatto che tale territorio come la maggioranza delle diocesi dell’Hebei in passato sono state sotto la cura missionaria e pastorale dei gesuiti, i quali sono stati intimamente collegati con questa spiritualità fin dall’inizio dopo le apparizioni di Gesù a santa Margherita Maria. Ma anche i missionari degli ordini classici, i francescani, i domenicani e le congregazioni più recenti si sono nutriti dalla ricca spiritualità del Sacro Cuore, una spiritualità cresciuta in modo consistente dalla teologia del Vangelo di Giovanni, dalla teologia patristica e dalla mistica medievale (soprattutto dei monasteri maschili e femminili nell’ambito germanico). Poi, la ricchissima fioritura è sbocciata con l’impeto delle apparizioni del Sacro Cuore a Sta Margherita Maria. L’incontro personale con il Cuore di Gesù è diventato il motivo determinante che ha favorito la fondazione di istituti missionari, spingendo religiosi e religiose a recarsi nelle ‘missioni’, dedicandosi all’opera di evangelizzazione. Tra tanti altri esempi, lo dimostra la vita di sant’Arnoldo Janssen, fondatore della Società del Verbo Divino: era così devoto al Sacro Cuore di Gesù, che nella sua festa dell’ anno 1875 si consacrò a Lui. Tale giorno fu poi considerato come la data della fondazione della sua società. Anche la vita spirituale della sua congregazione missionaria aveva come centro il Sacro Cuore di Gesù: nelle sue case missionarie abbondavano le icone di Paray-le-Monial; tutte le preghiere comunitarie si concludevano con: “E che il Cuore di Gesù viva nel cuore di tutti gli uomini”.

I missionari verbiti che si sono recati in Cina, hanno respirato nella devozione al Sacro Cuore. Fra questi, soprattutto san Giuseppe Freinademetz (uno dei primi missionari Verbiti nella provincia di Shandong) il quale riferiva tutto al Sacro Cuore. Egli trovava significativo che il 1mo giugno del 1881, mese dedicato al Sacro Cuore, si era messo in viaggio da Hong Kong allo Shandong e che il 24 dello stesso mese, festa del Sacro Cuore, vi era arrivato. Nel 2003, Janssen e Frainademetz sono stati canonizzati insieme a Daniele Comboni, fondatore dei missionari Comboniani, anche lui eminente devoto del Sacro Cuore. Fra le comunità cattoliche in Cina le pratiche di devozione al Sacro Cuore di Gesù sono molto diffuse. Dove il ritmo di vita lo permette – e tale situazione è più comune nelle campagne che nelle città – i fedeli vivono una vita spirituale quasi comunitaria, riflesso all’orgine della vita monastica o seminaristica. Di buona ora al mattino, chiamati alla preghiera dal suono delle campane, essi si radunano, dove possibile, nella chiesa o nella capella del villaggio per recitare insieme la preghiera del mattino. E’ una preghiera lunga, abbondante, generosa, con tante intenzioni ed invocazioni. Almeno nel mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, essa contiene le litanie del Sacro Cuore, seguite da alcune pagine con diverse preghiere indirizzate al Sacro Cuore. Dopo tali preghiere, che occupano più o meno un’ora, se vi è il sacerdote, si celebra la santa messa. Spesso i fedeli continuano con la meditazione della Via Crucis. In passato la domenica era totalmente dedicata alla preghiera comune e si passava più tempo in chiesa che a casa. La preghiera della sera, di nuovo in comune, riprende il tema del Sacro Cuore e di nuovo si recitano le invocazioni e le litanie.

I testi delle preghiere, introdotte dai missionari del passato, recitate in cantilena, usano una forma un po’ arcaica della lingua cinese, non facilmente comprensibile ai giovani o alla gente meno educata. Diverse diocesi hanno dei libri che contengono tutti i testi. Ma ciò che colpisce noi europei, è il fatto che tutte le preghiere sono recitate a memoria. In passato, fin da bambini, si memorizzavano tutte le preghiere. Vorrei vedere se qualcuno tra noi sarebbe capace di recitare a memoria e per più di un’ora preghiere appena comprensibili! La mancanza della comprensione letterale dei testi, non diminuisce la fede e il fervore dei fedeli: esso è un fenomeno comparabile con la “preghiera in lingue” del rinnovamento carismatico, preghiera e canto fervoroso dall’abbondanza del cuore, senza essere limitato dalle forme di lingua.

Il Sacro Cuore e i martiri

L’iconografia del Cuore di Gesù secondo la descrizione di santa Margherita Maria Alacoque – il cuore incatenato dalla corona di spine, circondato da fiamme di amore, cosparso con le goccie di sangue, la croce impiantato in mezzo – è una costante anche per la decorazione delle chiese e delle abitazioni cattoliche in Cina. In questo aspetto la Chiesa in Cina non è stata innovativa. L’icona è stata accettata tale e quale, benché la sensibilità cinese formata dalla virtù fondamentale di ‘pietà filiale’ avrebbe potuto opporsi a tale rappresentazione: l’ideale della ‘pietà filiale’ richiede che dopo la morte il corpo dell’uomo deve essere restituito intatto ai genitori; lo smembramento del corpo morto era considerato l’orrore supremo. Da questo punto di vista, in Cina sono si comprende con facilità l’interesse occidentale a creare reliquie dai corpi dei santi. I missionari verbiti in Cina protestarono con forza quando, dopo la morte imprevista del loro primo vescovo Giovanni Battista von Anzer a Roma, i superiori volevano mandare in Cina come reliquia il suo cuore. In Europa ciò era visto come espressione del suo amore fedele per la Chiesa in Cina, ma per i cristiani cinesi il gesto era inaccettabile per i sentimenti filiali. Così, il cuore del vescovo è rimasto nel seminario della Società a Vienna e ha dato ispirazione missionaria a noi giovani seminaristi.

Con ogni probabilità, nell’arte cinese non si trova una rappresentazione del cuore fisico, ma va sottolineato che il concetto di ‘Cuore’ occupa di sicuro un posto importantissimo e centrale nel pensiero e nel sentimento cinese. Tutte le attività mentali, cognitive, spirituali hanno come origine e centro il ‘Cuore’. Nei caratteri della scrittura cinese tutte queste operazioni o stati mentali hanno come radice o matrice il simbolo di ‘Cuore’. Nei dizionari si trovano centinaia di tali pittogrammi e miriadi di espressioni o proverbi che hanno il simbolo di ‘Cuore’ come chiave per entrare nel suo significato. Parlando del ‘Cuore di Gesù′ si parla del luogo più profondo, più intimo, più reale di Dio, origine, ambiente vitale, finalità dell’esistenza. Forse l’espressione artistica con la pittura di un cuore fisico non evoca ciò che la devozione al Sacro Cuore di Gesù vorrebbe evocare. Aiuterebbe di più l’uso della calligrafia cinese che è molto apprezzata da tutti.

In occasione della canonizzazione dei 120 martiri cinesi nell’anno 2000, è stata presentata al Santo Padre un calligrafia impressionante: siccome in Cina non si poteva menzionare, e tanto meno rappresentare i santi martiri canonizzati (un evento odioso per i comunisti), i cinesi hanno composto una calligrafia dell’ideogramma di “amore” con 120 simboli, un po’ diversi l’uno dall’altro, e in mezzo un ideogramma di ‘amore’ della grandezza di quattro simboli. Il pittogramma ‘amore’ ha come radice o chiave il simbolo di ‘cuore’. I 120 simboli stanno ciascuno per un martire, il grande simbolo al centro sta per Gesù: dunque 120 simboli di un amore cordiale per un cuore tutto infiammato di amore. Una simile calligrafia si può riempire con facilità di tutta la richezza della devozione al Sacro Cuore di Gesù, memoria di tutti gli elementi della fede, incoraggiamento alla collaborazione gioiosa nel progetto salvifico del Sacro Cuore di Gesù.