L’ICONA, INCONTRO FRA IL MONDO CELESTE E QUELLO TERRENO
|L’amica Beatrice B., di Ivrea, ci ha gentilmente inviato un breve contributo dedicato al ruolo dell’icona nella spiritualità dell’Oriente cristiano. Visto che il testo si basa essenzialmente sugli enunciati del Niceno II, la redazione ha ritenuto di inserire il testo nella sezione “Un po’ di storia”. L’invito agli amici del nostro sito è di emulare numerosi la disponibilità di Beatrice per arricchire sempre di più queste pagine.
Nella spiritualità di tutto l’Oriente cristiano, l’icona occupa un posto privilegiato. Per quanto i pittori non avessero elaborato una teologia delle icone, tuttavia vivevano un’esperienza di tipo mistico. Legata intimamente all’economia della salvezza, l’immagine sacra mette in rilievo i due aspetti principali dell’opera di redenzione di Cristo: la predicazione della verità e la comunicazione della grazia di Dio. Così il concilio di Nicea del 787 paragona la pittura alla predicazione della fede: «Noi intendiamo custodire gelosamente intatte tutte le tradizioni della chiesa, sia scritte che orali. Una di queste riguarda la raffigurazione del modello mediante una immagine, in quanto si accordi con la lettera del messaggio evangelico, in quanto serva a confermare la vera e non fantomatica incarnazione del Verbo di Dio e procuri a noi analogo vantaggio, perché le cose rinviano l’una all’altra di ciò che raffigurano come in ciò che senza ambiguità esse significano. Le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio; infatti quanto più frequentemente queste immagini vengono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono portati al ricordo e al desiderio dei modelli originali e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione. Non si tratta di vera adorazione [latria], riservata dalla nostra fede solo alla natura divina; l’onore reso all’immagine, in realtà, appartiene a colui che è rappresentato e chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto». Le icone diventano un luogo di incontro fra il mondo celeste di Dio, dei suoi santi, e il mondo radunato sulla terra nella Chiesa.