ANTICHE ICONE DI TVER’ RESTITUITE DALLA GERMANIA ALLA RUSSIA

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Si sta intensificando, negli ultimi mesi, il rientro in Russia di opere d’arte sottratte all’Unione sovietica dalle truppe d’invasione tedesche durante la Seconda guerra mondiale e trasferite in Germania. Soltanto a Tver’, una cittadina a circa 150 chilometri da Mosca, fra la fine del 2012 e il 2013 sono ritornati oltre 800 oggetti, fra cui anche numerose antiche icone russe. Prima del conflitto, infatti, il museo locale (nella foto) vantava una collezione composta da circa 100mila pezzi, alcuni dei quali di grande pregio. Dopo la ritirata dell’esercito nazista, nei caveau ne vennero ritrovate solo poco più di 2mila.
Il museo è sopravvissuto, ha dichiarato a “La voce della Russia” la ricercatrice Svetlana Gerasimova. ma “riavere una raccolta di quasi mille rarita, che sembrano sbucare dal nulla, è davvero sensazionale”. Accanto a reperti archeologici risalenti a un periodo compreso fra il VII secolo a.C. e il XIV secolo d.C. figurano, come accennato, anche icone del Settecento e dell’Ottocento. “La voce della Russia” ha ricostruito anche il modo con cui i reperti presero la via della Germania: “Tra ottobre e dicembre del 1941 a Tver’, occupata dai nazisti, infuriarono pesanti combattimenti. Questi combattimenti furono una parte della battaglia di Mosca. La linea del fronte passava in mezzo alla città. Nel corso dei combattimenti il deposito del museo fu distrutto. Quando i tedeschi entrarono nella citta’, uno dei medici tedeschi trovò nella neve alcuni reperti archeologici che egli ha raccolto e avvolto in cotone e carta di giornali. Capiva l’importanza degli oggetti che ha trovato, perché il padre di questo medico tedesco era archeologo. Poi, a più riprese, ha mandato il tutto alla sua famiglia, ma poco dopo è rimasto ucciso. La vedova ha chiesto al figlio di restituire tutti gli oggetti”. E così è stato.