PAPA FRANCESCO IN TERRA SANTA A MAGGIO SULLE ORME DI PAOLO VI

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Città del Vaticano (AsiaNews) – Papa Francesco sarà in Terra Santa dal 24 al 26 maggio, per commemorare lo “storico incontro” fra Paolo VI e il Patriarca Atenagora. Nel corso di questo pellegrinaggio, annunciato all’Angelus di domenica 5 gennaio 2014 e per il quale il pontefice chiede le preghiere di tutti i fedeli, è previsto un Incontro ecumenico presso il Santo Sepolcro con i rappresentanti di tutte le Chiese cristiane della Terra Santa. Prima della preghiera mariana, Francesco ha parlato del significato “più profondo” del Natale di Gesù: “Egli è la Parola di Dio che si è fatta uomo e ha posto la sua “tenda”, la sua dimora tra gli uomini. Scrive l’Evangelista: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). In queste parole, che non finiscono mai di meravigliarci, c’è tutto il Cristianesimo! Dio si è fatto mortale, fragile come noi, ha condiviso la nostra condizione umana, eccetto il peccato, ma ha preso su di lui i nostri come se fossero i proprio. E’ entrato nella nostra storia, è diventato pienamente Dio-con-noi! La nascita di Gesù, allora, ci mostra che Dio ha voluto unirsi ad ogni uomo e ogni donna, ad ognuno di noi, per comunicarci la sua vita e la sua gioia”.
Questo, riprende il Papa, “è il messaggio del Natale: il Verbo si è fatto carne. Così il Natale ci rivela l’amore immenso di Dio per l’umanità. Da qui deriva anche l’entusiasmo, la speranza di noi cristiani, che nella nostra povertà sappiamo di essere amati, di essere visitati, accompagnati da Dio; e guardiamo al mondo e alla storia come il luogo in cui camminare insieme con Lui e tra di noi, verso i cieli nuovi e la terra nuova. Con la nascita di Gesù è nata una promessa nuova, è nato un mondo nuovo, ma anche un mondo che può essere sempre rinnovato. Dio è sempre presente a suscitare uomini nuovi, a purificare il mondo dal peccato che lo invecchia e lo corrompe”.
Per quanto la storia umana e quella personale di ciascuno di noi possa essere segnata dalle difficoltà e dalle debolezze, aggiunge Francesco, “la fede nell’Incarnazione ci dice che Dio è solidale con l’uomo e con la sua storia. Questa prossimità di Dio all’uomo, ad ogni uomo, a ognuno di noi, è un dono che non tramonta mai! Lui è con noi, è Dio-con-noi! Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò i cuori della Vergine Maria e di san Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei magi, brilla anche oggi per noi”.
Nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio “c’è anche un aspetto legato alla libertà umana, alla libertà di ciascuno di noi. Infatti, il Verbo di Dio pianta la sua tenda tra noi, peccatori e bisognosi di misericordia. E tutti noi dovremmo affrettarci a ricevere la grazia che Egli ci offre. Invece, continua il Vangelo di san Giovanni, «i suoi non lo hanno accolto» (v. 11). Anche noi tante volte lo rifiutiamo, preferiamo rimanere nella chiusura dei nostri errori e nell’angoscia dei nostri peccati. Ma Gesù non desiste e non smette di offrire se stesso e la sua grazia che ci salva! Gesù è paziente, sa aspettare. Ci aspetta sempre. Questo è un messaggio di salvezza, antico e sempre nuovo. E noi siamo chiamati a testimoniare con gioia questo messaggio del Vangelo della vita e della luce, della speranza e dell’amore. Perché il messaggio di Gesù è questo: vita, luce, speranza e amore”.
Subito dopo la preghiera mariana, Francesco annuncia il prossimo viaggio: “Nel clima di gioia, tipico di questo tempo natalizio, desidero annunciare che dal 24 al 26 maggio prossimo, a Dio piacendo, compirò un pellegrinaggio in Terra Santa. Scopo principale è commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora (nella foto) che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di 50 anni fa. Le tappe saranno tre: Amman, Betlemme e Gerusalemme. Presso il Santo Sepolcro celebreremo un Incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Fin da ora vi domando di pregare per questo pellegrinaggio che sarà un pellegrinaggio di preghiera”.