IL PATRIARCA D’ALESSANDRIA “GIUDICE DELL’UNIVERSO”. PERCHÉ?

Teodoro-II

Perché il patriarca di Alessandria può beneficiare del titolo di “giudice dell’universo”? La domanda è di particolare interesse perché nessun altro esponente di vertice della Chiesa, d’Oriente o d’Occidente, si fregia di tale attributo. A fornire elementi di risposta ha provato il documentato blog Mystagogy, riportato in traduzione italiana dall’altrettanto autorevole sito, a cui la nostra redazione ha più volte attinto, della parrocchia ortodossa russa di Torino dedicata a San Massimo vescovo. Proponiamo il documento in versione integrale.

Teofilo II fu patriarca di Alessandria dal 1010 al 1020. Per la maggior parte del suo patriarcato visse in esilio a Costantinopoli a causa delle feroci persecuzioni in Egitto da parte del califfo fatimide islamico Al Hakim. Durante questa persecuzione, molti cristiani divennero musulmani o cercarono rifugio in altri paesi, ma nella seconda parte del suo regno il califfo Al Hakim permise ai cristiani ed ebrei che si erano convertiti contro voglia all’islam di tornare alla loro fede e ricostruire i loro luoghi di culto in rovina.
Mentre era a Costantinopoli, il patriarca Teofilo intervenne in una controversia tra l’imperatore Basilio II il bulgaroctono (975-1025) e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Sergio II (999-1019). La disputa era la seguente: Sergio II era divenuto patriarca durante il periodo in cui l’istituzione del charistikion era attivamente promossa all’interno dell’impero. Il charistikion era una pratica in cui le donazioni benevole (charistike Dorea) da parte dei monasteri ai privati erano fatte ufficialmente per sostenere il funzionamento dei monasteri, ma in realtà erano utilizzate dalla nobiltà benestante come fonte di reddito. Questa pratica era fortemente sostenuta dall’imperatore Basilio, che aveva emanato a proposito la sua legge Peri ton Dynaton. L’istituzione del charistikion non era popolare tra la gerarchia e fu sfida dal predecessore di Sergio, il patriarca Sisinnio II. Dopo il suo arrivo alla sede di Costantinopoli nel 999, il patriarca Sergio continuò a resistere alle charistike Dorea. Tuttavia, siccome l’imperatore Basilio si rifiutò di abrogare la legge, il patriarca Sergio II ne riprese l’uso nel 1016.
La causa di questa riconciliazione fu l’intervento del patriarca Teofilo, e di conseguenza al patriarca di Alessandria fu dato il titolo di “Giudice dell’Ecumene”, con il privilegio di indossare una seconda stola, conosciuta come la stola del giudice (kritato). Il patriarca di Alessandria continua a portare questo titolo e a indossare due stole fino a oggi.

Nella foto: il patriarca di Alessandria, Teodoro II