“LA FEDE SECONDO LE ICONE”: UNA GUIDA PER LA VITA INTERIORE
|Nel 2000, per i tipi di Lipa Edizioni, il compianto cardinale Thomas Spidlik, di cui questo sito pubblica numerosi contributi nella sezione “Documenti”, e l’iconografo Marco Ivan Rupnik, del Centro Aletti di Roma, hanno dato alle stampe un libro di alto rigore scientifico ma, al tempo stesso, di notevole spessore divulgativo dal titolo “La fede secondo le icone”. Il testo (142 pagine illustrate, 17 euro) prende le mosse dalla constatazione che l’icona in ambito domestico, valorizzata nella tradizione russa dall'”angolo bello”, è il “luogo” nel quale Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio. Gli autori, così, aiutano il lettore a cogliere quei tratti del mondo divino che, attraverso le icone, a noi si svela e si comunica. “La fede attraverso le icone” diventa quindi una guida spirituale un libro che, oltre ad introdurre ciascuno nell’insegnamento della verità che l’icona porta con sé, dischiude anche tutta la comunicazione della grazia che essa trasmette e di ciò che chiede in termini di cammino spirituale da ciascuno. Dall’Introduzione al testo riportiamo uno stralcio dedicato all’icona come “abitazione del Signore”.
L’icona è dunque considerata uno spazio inabitato dal Signore stesso. È una presenza teurgica, in quanto continua la presenza della grazia che salva, che purifica, che divinizza. Questa inabitazione, nella tavola di legno, nei colori che vi sono stesi, nelle figure che vi sono disegnate, avviene ad un triplice livello: – anzitutto, nella creazione stessa. Il creato è inabitato dalla presenza del Creatore. Tutto è stato fatto per mezzo del Verbo, e quindi non c’è niente che non abbia il suo seme, il suo tema o il suo fondamento in Lui;
– ad un secondo livello, l’inabitazione del Signore nell’icona avviene nell’opera artistico-spirituale. Come afferma Evdokimov, «Se nessuno può dire: Gesù è il Signore! se non per mezzo dello Spirito Santo (1Cor l2,3), nessuno può rappresentare l’immagine del Signore se non per mezzo dello Spirito Santo. Egli è l’Iconografo divino.» È lo Spirito Santo stesso dunque la fonte principale della creazione dell’iconografo. Questa inabitazione nella tavola, resa possibile grazie ad una “predisposizione” data dalla creazione e dallo Spirito che personalizza la presenza del Signore, esplicitando il Volto, e dunque la presenza come Amore personale di Dio, è una presenza che si lega alla materia sul principio della libera adesione, perché l’amore è basato su una relazionalità libera, svincolata da ogni necessità, quindi, in questo caso, fuori da ogni magia, idolatria ecc. L’amore ha unito la natura umana e divina in Cristo. L’amore, che si manifesta nella venerazione di Dio e dei suoi santi, unirà l’arte umana dell’icona alla visione spirituale e alla comunicazione della grazia. La venerazione sola passa dunque l’ultimo abisso, perché non si ferma alle forme e nemmeno alle nozioni, ma si rivolge alla persona che vive;
– ad un terzo livello, la presenza di Dio si realizza nella liturgia di cui l’icona fa parte. È la preghiera della Chiesa, dei fedeli, la prova della presenza di Dio nell’icona. Le preghiere stesse del popolo di Dio davanti all’icona fanno di per sé parte della stessa storia di salvezza che l’icona comunica.
Non si tratta dunque di una qualche presenza di Dio alla quale l’uomo giunge solo attraverso una riflessione su princìpi analogici, ma è una presenza trasformatrice e redentrice, come la presenza di Cristo celebrata con tutto realismo nella liturgia, dove l’opera della redenzione è vissuta non solo come memoria del passato, ma come efficacia della trasfigurazione che continua nella storia e che trasforma anche la storia stessa.
L’icona è quindi sostanzialmente una visione sacramentale del mondo, la visione di come la materia si offre per diventare luogo della salvezza. È dunque una iniziazione ad una comprensione non astratta, ma integra, della realtà della storia dell’uomo in Dio e di Dio nella storia.
(Da Tomas Spidlik e Ivan Rupnik: “La fede attraverso le icone”, Lipa Edizioni, 2000, 142 pagine, 17 euro)