LA VERGINE “DELLE TRE MANI” CHE PROTEGGE L’ARSENALE DELLA PACE

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C’è una protettrice speciale sull’attività del Sermig, l’Arsenale della Pace di Torino fondato trent’anni fa da Ernesto Olivero all’interno degli spazi di piazza Borgo Dora il 2 agosto 1983. Qui sorgeva l’ex arsenale militare, la fabbrica da cui uscivano le armi del Risorgimento e delle guerre mondiali ormai ridotto a un rudere. Olivero vio apre il Servizio missionario giovani che oggi, nei suoi 40mila metri quadrati, ospita un poliambulatorio medico, una scuola di musica e di restauro, un asilo e un oratorio multietnici, un’”Università del Dialogo”, un centro di solidarietà internazionale che ha promosso migliaia di progetti di sviluppo in oltre cento Paesi. Dal 2012, a “vegliare” su questa multiforme attività di apostolato e testimonianza c’è un’icona russa della Madre di Dio “delle tre mani”, la sacra immagine che riconduce alla “ricreazione” miracolosa della mano di San Giovanni Damasceno amputata, nel VII secolo, dai seguaci dei furori iconoclasti. “Ho pensato ad un’icona che arrivasse dalla Russia ortodossa – spiega Olivero -, come segno di amicizia e di unità. Massimo D’Alema, un amico con cui ho anche un rapporto spirituale, ha fatto il resto. Il 29 giugno 2010, festa di San Pietro e Paolo, nella sua casa a Roma Massimo ha messo tra le mie mani un’icona dal volto dolcissimo, un volto da Maria Madre dei giovani. La Madonna ha il Bambino in braccio ed ha il dono originale di possedere tre mani. Quella terza mano per noi – aggiunge il fondatore del Sermig – è un segno di speranza: ci vogliono più di due mani per avvolgere i giovani e la gente stanca, smarrita di oggi”. La Madre dei Giovani, come è stata denominata l’icona, dall’estate del 2012 ha ogni anno una data a lei dedicata: il 2 agosto. Una data scelta perché particolarmente significativa per il Sermig: il 2 agosto 1983, infatti, Ernesto Olivero ed alcuni amici varcarono per la prima volta la soglia dell’ex Arsenale militare, poi trasformato in Arsenale della Pace.
Ad accompagnare l’icona c’è anche una preghiera, scritta dallo stesso Olivero e poi fatta propria da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Eccone, di seguito, il testo:

Maria, è dai giovani che parte il futuro,
i giovani possono prendere il buono
del passato e renderlo presente,
nei giovani sono seminati la santità,
l’intrapprendenza,
il coraggio,
Maria Madre dei Giovani coprili con il Tuo manto,
difendili,
proteggili dal male,
affidali a Tuo Figlio Gesù,
e poi mandali a dare speranza al mondo.

Ernesto Olivero