LA SANTITÀ NELLA CHIESA ORTODOSSA: LE REGOLE CANONICHE

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Come si diventa Santi nella Chiesa ortodossa? Esiste un iter canonico che conduca, attraverso l’analisi della vita e delle virtù cristiane – per dirla all’Occidentale – di una persona, al suggello della Santità? E, se sì, è un iter paragonabile a quello della Chiesa latina nella quale, come è noto, anche i miracoli attribuiti al Servo o alla Serva di Dio svolgono un ruolo fondamentale? Queste domande sono state poste alla redazione da Luciana G., di Reggio Emilia. La risposta, succinta ma esauriente, è firmata dal sacerdote ortodosso padre Andrew Phillips, che svolge il suo apostolato in Gran Bretagna e che, attraverso la rivista “Orthodox England”, ha da tempo aperto un filo diretto con i propri lettori per dare delucidazioni su simili interrogativi. Il documentato sito della parrocchia ortodossa russa di Torino, dedicata a San Massimo vescovo, a cui già in passato abbiamo attinto per la precisione e il rigore dei suoi contenuti, gli ha da poco dedicato un corposo compendio consultabile da tutti.

“Ci sono tre segni esteriori di santità. Il patriarca Nettario di Gerusalemme (+1680) ha scritto di queste tre qualità così: 1) Impeccabile fede ortodossa. 2) Possesso di tutte le virtù e della disponibilità a testimoniare e difendere la fede fino al punto del martirio. 3) Reliquie incorrotte o un profumo sprigionato dalle ossa.
Si deve aggiungere che l’ultimo segno non è sempre richiesto. Così abbiamo il caso ben noto di san Nettario di Egina le cui reliquie si sono sbriciolate in polvere, ma in questo modo i frammenti sono stati diffusi in tutto il mondo. Vediamo in questo un segno della Provvidenza. Si deve aggiungere che ciò che prima di tutto è necessario è una venerazione di lunga durata e continua (non bizzarra o temporanea) tra i fedeli ortodossi. Se questa venerazione è abbastanza forte e duratura, il vescovo o il sinodo locale nominerà un comitato per indagare ulteriormente. Questo deciderà che Dio ha già manifestato la sua gloria in questo santo oppure, in caso di incertezza, raccomanderà di aspettare”.
Padre Andrew Phillips, “Orthodox England”

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