ANDREAS RITZOS, IL GRANDE MAESTRO CRETESE DEL XV SECOLO

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Anche la Grecia ha avuto il suo Andrej Rublev. Il suo nome, assai meno familiare soprattutto ai “profani” dell’iconografia, era Andreas Ritzos: operò nell’ambito della scuola cretese nel XV secolo – quindi in epoca sostanzialmente coeva proprio a quella di Rublev – e alcune sue opere sono presenti anche in Italia: basti ricordare la straordinaria icona della Dormizione della Madre di Dio conservata nelle sale della Galleria Sabauda di Torino. E proprio la parrocchia ortodossa russa di Torino, attraverso le pagine del suo documentatissimo sito Internet, ha dedicato qualche tempo fa a Ritzos una breve introduzione: il pregio è che, senza addentrarsi in complesse analisi storico-artistiche, offre uno spaccato molto efficace per conoscere più da vicino il grande maestro e spunti per ulteriori approfondimenti personali. Pubblichiamo quindi, di seguito, l’importante testimonianza.

Andreas Ritzos (1421-1492), scritto anche all’italiana “Andrea Rizo”, fu un iconografo greco della scuola cretese del XV xecolo. Nato da Nicola Ritzos detto Baltzan e da Ergina a Iraklion, il capoluogo di Creta costruito sulle antiche rovine di Cnosso, crebbe in un albiente artistico (anche il padre era iconografo) e operò nella città di Candia. In quel tempo Creta era la meta di una silenziosa diaspora di studiosi e artisti di Costantinopoli. Iconografi, mosaicisti, intagliatori, fabbri e altri artigiani cercavano rifugio al di fuori della capitale sempre più sotto assedio da parte dei turchi, e nell’isola di Creta (conosciuta come il regno di Candia), fiorì una nuova scuola di iconografia dal XV al XVII secolo, fino a quando i turchi conquistarono l’isola nel 1669.
I maestri iconografi della scuola cretese, come Angelos Acatantos (di cui furono discepoli Andreas Ritzos e il figlio Nikolaos Ritzos), e Nikolaos Tzafouris diedero vita a uno stile inconfondibile che unisce la classica iconografia del tardo periodo paleologo con elementi del nascente Rinascimento italiano, riuscendo nel non facile compito di integrare perfettamente questi elementi nella tradizione ortodossa. Le icone prodotte nell’atelier della famiglia Ritzos erano richieste in tutta l’Europa attraverso il mercato veneziano, così come nei monasteri della Grecia continentale e delle isole Ionie.

Il primo documento che porta il nome di Andreas Ritzos è datato 27 luglio 1451. Dello stesso anno è la sua prima opera, ancora presente oggi a Bari: un trittico con la Madonna della Passione tra i santi Nicola e Giovanni evangelista. Nel 1453 Andreas fu coinvolto con il padre nelle vicende militari della caduta di Costantinopoli. Nel 1460 sposò Marietta Turlino, e con la madre della sposa ebbe cura dei vigneti della famiglia. Ebbe da questo matrimonio due figli, Nicola e Tommaso. Si ipotizza anche un suo viaggio o soggiorno a Bari.
Molte icone attribuite ad Andreas Ritzos sono ancora presenti: tra queste il trittico nella basilica di san Nicola a Bari, l’icona Odighitria detta “Vergine delle Grazie” nell’omonimo santuario a Este e la Dormizione della Madre di Dio alla Galleria Sabauda di Torino. Il genio degli autori del XV secolo, comunque, non rimane isolato. Nella migliore tradizione ortodossa di emulazione dei buoni maestri, la parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Torino propone una rivisitazione murale dell’icona della Dormizione.

Nella foto: Andreas Ritzos, Madre di Dio della Passione, icona (part. del trittico), seconda metà del XV secolo, Bari, Basilica di San Nicola.

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