VITA DI GIUDA TADDEO, IL SANTO DELLE “CAUSE DISPERATE”

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La chiesa ortodossa dedicata a San Giuda Taddeo, venerato anche dalla Chiesa cattolica, si trova a Quartu Sant’Elena in provincia di Cagliari. È una delle numerose comunità che, nel nostro Paese, fanno capo alla Sacra arcidiocesi d’Italia e all’Esarcato dell’Europa Meridionale del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Nella pagina Facebook della chiesa, presente nel social network dal maggio del 2013, oltre a un ricco corredo fotografico delle attività della comunità stessa, è presente una interessante biografia proprio di Giuda Taddeo che riportiamo anche per favorire la conoscenza di questo Santo la cui venerazione è spesso presente, anche se talvolta in maniera piuttosto marginale, nelle cappelle di molte chiese d’Italia.

San Giuda Taddeo, uno dei santi più popolari della Santa Chiesa, è invocato come il santo dei disperati e degli afflitti, il santo delle cause senza soluzione e delle cause perse. Nato a Cana di Galilea, in Palestina, figlio di Alfeo (o Cleofa), fratello di San Giuseppe, e Maria Cleofa, cugina della Vergine, egli era perciò di Gesù, sia da parte di padre che da parte di madre. Alfeo (Cleofa) era uno dei discepoli a cui Gesù apparve nel cammino verso Emmaus nel giorno della risurrezione. Maria Cleofa era una delle pie donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea e che rimasero ai piedi della croce, sul Calvario, insieme a Maria Santissima.
Giuda Taddeo aveva quattro fratelli: Giacomo, Giuseppe, Simone e Maria Salome. Uno di essi, Giacomo, fu anche lui chiamato da Gesù per essere apostolo. Il rapporto della famiglia di San Giuda Taddeo con Gesù Cristo stesso, da ciò che è possibile percepire dalle Sacre Scritture, è il seguente. Tra i fratelli, Giacomo fu uno dei dodici apostoli e divenne il primo vescovo di Gerusalemme. Di Giuseppe si sa che era conosciuto come il Giusto. Simone, un altro fratello di San Giuda, fu il secondo vescovo di Gerusalemme, successore di Giacomo. Maria Salome, l’unica sorella, era madre degli apostoli San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista.
Il legame con Gesù
Si suppone che vi sia stata molta frequentazione tra San Giuda Taddeo, suo cugino Gesù e i suoi zii Maria e Giuseppe. Fu certamente questa fraterna convivenza, oltre alla parentela molto prossima, che portò San Marco (Mc 6, 3) a citare San Giuda Taddeo e i suoi fratelli come “fratelli” di Gesù. La Bibbia, invece, parla poco di San Giuda Taddeo. Essa racconta tuttavia, un fatto molto importante: egli fu scelto da Gesù per essere uno dei suoi apostoli. Quando i Vangeli nominano i dodici discepoli scelti, appaiono sempre i nomi Giuda o Taddeo nell’elenco. Il nome di Giuda compare anche negli Atti degli Apostoli (At 1,13). Oltre a queste citazioni, suo nipote San Giovanni Evangelista (Gio 14, 22) lo cita tra coloro del collegio apostolico che erano presenti alla Santa Cena, il giovedì santo. Fu in quell’occasione che, quando Gesù parlava agli apostoli delle meraviglie dell’amore del Padre e assicurava loro una speciale manifestazione di sé stesso, San Giuda Taddeo non si contenne e chiese: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. E Gesú gli rispose affermando che ci sarebbero state manifestazioni di Lui a tutti coloro che avessero custodito la Sua parola e che fossero rimasti fedeli al suo amore.
La vita
Dopo che gli apostoli ebbero ricevuto lo Spirito Santo, nel Cenacolo a Gerusalemme, la Chiesa di Dio si espanse, ed ebbe inizio l’evangelizzazione dei popoli. San Giuda Taddeo iniziò la sua predicazione in Galilea. Dopo partì per Samaria e verso altre popolazioni giudaiche. Egli prese parte al primo Concilio di Gerusalemme, che avvenne nel 50. Più tardi evangelizzò la Siria, l’Armenia e la Mesopotamia (attuale Iran), dove si guadagnò la compagnia di un altro apostolo, Simone lo “zelota”, che già evangelizzava l’Egitto. La predicazione e la testimonianza di San Giuda Taddeo si realizzarono in modo energico e vigoroso. Egli attrasse e conquistò i pagani di altre religioni, che così si convertirono in gran numero al cristianesimo. La sua adesione alla fede cristiana era completa e incondizionata. Di ciò egli diede testimonianza donando la propria vita.
Questo glorioso apostolo di Gesù si dedicò completamente all’evangelizzazione. Fu instancabile in questo compito, predicando il Vangelo e convertendo molte anime. I pagani, a cui ciò non piaceva, iniziarono a istigare il popolo contro di lui. Giuda Taddeo e Simone furono arrestati e portati al tempio del Sole. Lì si rifiutarono di rinnegare Gesù Cristo e di prestare culto alla dea Diana. Fu in quell’occasione che San Giuda disse al popolo: “Affinché veniate a conoscenza che questi idoli che voi adorate sono falsi, da essi usciranno i demoni che li romperanno”. In quello stesso istante due demoni ripugnanti distrussero tutto il tempio e sparirono. Indignato, il popolo, incitato dai sacerdoti pagani, si scagliò contro gli apostoli furiosamente. San Giuda Taddeo fu trucidato da sacerdoti pagani in maniera crudele, violenta e disumana.
Le immagini
San Giuda Taddeo, apostolo e martire, è rappresentato nelle sue immagini mentre tiene in mano un libro che simbolizza la parola di Dio che egli annunciò (nella tradizione dell’Oriente cristiano, come nell’immagine della foto, stringe anche un’effigie del Mandylion), e un’alabarda, una specie di lancia che fu lo strumento utilizzato nel suo martirio. Le sue reliquie attualmente sono venerate nella Basilica di San Pietro, a Roma. La sua festa liturgica è celebrata il 28 ottobre, probabile data del suo martirio avvenuto nel 70 d.c. È invocato come il santo dei disperati e degli afflitti, il santo delle cause senza soluzione, delle cause perse.
La lettera di San Giuda Taddeo
Secondo la tradizione, San Giuda Taddeo è ritenuto l’autore della lettera canonica che porta il suo nome. Tutto indica che questa lettera fu indirizzata agli ebrei cristiani della Palestina, poco dopo la distruzione della città di Gerusalemme, quando la maggior parte degli apostoli erano già morti. Il breve scritto di San Giuda Taddeo è un severo avvertimento contro i falsi maestri, ed un invito a mantenere la purezza della fede. Si capisce che “La lettera di San Giuda” fu scritta da un uomo appassionato e preoccupato con la purezza della fede e con la buona reputazione del popolo cristiano. L’autore afferma di aver voluto scrivere una lettera diversa, ma avendo sentito i punti di vista errati di falsi professori della comunità cristiana, scrisse urgentemente questa lettera per avvertire la Chiesa ad essere cauta nel loro riguardo.

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