LA MADRE DI DIO “NIKOPEIA”, DA COSTANTINOPOLI A VENEZIA

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Era l’icona che precedeva le truppe in battaglia, custodita nel monastero del Pantocratore di Costantinopoli. Oggi la venerata immagine, risalente al IX-X secolo, si trova nella Basilica di San Marco a Venezia, considerata dagli stessi veneziani “patrona” al pari del protettore della loro città, ma il prototipo è attribuito addirittura a San Luca tanto che effigi similari si ritrovano già nel V e nel VI secolo. Il suo nome è Madre di Dio “Nikopeia” (nella foto), che significa appunto “portatrice di vittoria” in quanto figurava sui labari degli eserciti cristiani.
L’immagine ritrae Maria in posizione frontale con il Bambino sulle ginocchia, caratteristica propria di tutte le icone del tipo Nikopeia. È avvolta da un manto rosso porpora – maphorion – e sotto il cappuccio del mantello porta una cuffia bianca. L’aureola e la collana erano rivestite di pietre preziose. A Costantinopolí, la Nikopeia era considerata, al pari patrona dell’Impero. La storia di Bisanzio è ricchissima di racconti e di episodi miracolosi a lei attribuiti anche se la sua presenza nella città cessò con la quarta crociata (1204), quando veneziani e francesi sbarcarono a Costantinopoli. L’icona entrò allora nel bottino di guerra dei primi ed Enrico Dandolo, capitano della flotta veneta, la inviò a Venezia, accolta e salutata quale patrona della città. Subito venne esposta in San Marco, dov’è tuttora, nell’omonima cappella all’inizio del transetto sinistro della basilica.
Il Tropario dedicato alla Vergine Nikopeia così recita: “Tu sei una muraglia inespugnabile e una fonte di miracoli. Aiutaci a respingere gli attacchi del Nemico, o Madre di Dio. Da ovunque ti giunga la nostra preghiera, assicura pace al mondo e grazie alle nostre anime”. Davanti all’immagine, il 26 ottobre 1630, presenti il patriarca, il senato, la nobiltà e il popolo, il doge Nicolò Contarini, per la liberazione della peste, emise il voto di innalzare un tempio. Sorse così l’imponente santuario di Santa Maria della Salute, all’estremità del Canal Grande: l’icona vi fu portata il 21 novembre 1631 con gran pompa; poi venne ricollocata in San Marco.

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