L'”ANGOLO BELLO”: ALCUNE REGOLE PER VENERARE LE ICONE

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Cresce l’interesse degli amici del nostro sito Internet per l'”angolo bello” della casa, ovvero il luogo domestico destinato, in particolare in Russia, alla venerazione delle icone e alla devozione quotidiana. Dell’argomento ci siamo già occupati, con alcune indicazioni di massima, in un testo pubblicato nella sezione “I documenti” di queste stesse pagine web. Ora, attingendo alla traduzione preziosa effettuata, a beneficio della propria comunità, dalla parrocchia ortodossa di San Massimo Vescovo, a Torino, che fa capo al Patriarcato di Mosca, riportiamo un articolo dedicato all’allestimento dell'”angolo bello” scritto da Serge Alekseev e riportato dal portale russo “Pravoslavie i mir”. Anche la foto di corredo è tratta dalla pagina Internet della stessa parrocchia torinese a cui vanno gli apprezzamenti per il grande lavoro documentale che da anni, non solo a beneficio dei fedeli, sta portando avanti.

di Serge Alekseev
Quantità e qualità sono due cose diverse. Sarebbe ingenuo pensare che quante più immagini sacre ci sono in casa di un cristiano ortodosso, tanto più pia è la sua vita. Una collezione disorganizzata di icone, riproduzioni e calendari da parete che copre una notevole quantità di spazio in casa può avere spesso un effetto contrario sulla propria vita spirituale. Una collezione mal congegnata di icone può trasformarsi in qualcosa di semplicistico e senza senso, in cui lo scopo di preghiera della icona non ha alcun posto.
Tuttavia, è essenziale avere icone nella propria casa, in numero sufficiente, ma entro limiti ragionevoli. In passato, sia in una fattoria sia in città, in casa di ogni famiglia ortodossa c’era sempre una mensola con le icone, o un’intera iconostasi da casa, che si trovava nel luogo più visibile. Il luogo in cui erano installate le icone era conosciuto come l’angolo frontale, l’angolo bello, l’angolo sacro, il luogo di Dio, o il kiot (chiosco).
Per i cristiani ortodossi, un’icona non è solo una raffigurazione del Signore Gesù Cristo, della Madre di Dio, dei santi, o di eventi della storia sacra e della Chiesa. Un’icona è un’immagine sacra, è quindi è al di fuori del regno della realtà ordinaria, ma non è da confondere con la vita quotidiana, ed è destinata esclusivamente alla comunione con Dio. Pertanto, lo scopo primario delle icone è la preghiera. L’icona è una finestra dal nostro mondo, il mondo terreno, sul mondo di sopra. E’ la rivelazione di Dio nella forma e nel colore.
In questo modo, l’icona non è semplicemente una reliquia di famiglia da tramandare di generazione in generazione, ma una cosa sacra che unisce tutti i membri della famiglia durante la preghiera comune – la preghiera comune infatti può aver luogo solo se quelli che sono in piedi davanti alle icone si sono reciprocamente perdonati tutte le offese e hanno raggiunto l’unità.
Oggi, naturalmente, quando il televisore – che è esso stesso una sorta di finestra sul mondo variegato delle passioni umane – ha preso il posto delle icone nella casa, lo scopo dell’icona di famiglia, la tradizione della preghiera comune a casa e la consapevolezza della famiglia come “piccola Chiesa”, sono andati perduti. Pertanto, oggi un cristiano ortodosso potrebbe chiedere: Quali icone dovrei avere in casa mia? Come dovrebbero essere organizzate? Posso usare riproduzioni di icone? Cosa devo fare con le icone vecchie, fatiscenti?

Alcune di queste domande meritano una risposta inequivocabile, mentre altre non richiedono alcun tipo di raccomandazioni severe.

Dove si devono posizionare le icone a casa?

In un luogo libero e accessibile. La natura concisa di tale risposta si ispira alla realtà della vita, piuttosto che all’assenza di requisiti canonici. Naturalmente, è preferibile posizionare le icone sulla parete est di una stanza, perché “l’oriente” come concetto teologico ha un significato speciale nell’Ortodossia.
“E il Signore Dio piantò un giardino a oriente in Eden, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato” (Genesi 2:8).
“O Gerusalemme, guarda su di te verso est, ed ecco la gioia che viene a te da Dio” (Baruc 4:36).
“Poi lo spirito mi sollevò e mi portò fino alla porta orientale della casa del Signore, che guarda verso levante” (Ezechiele 11:1).
“Infatti, come il fulmine viene da levante e illumina fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” (Matteo 24:27).
Ma cosa si dovrebbe fare se ci sono finestre o porte sul lato orientale della propria casa? In tal caso, si usano le altre mura. Non si dovrebbero combinare le icone con oggetti decorativi di natura secolare, come statuette, vari tipi di quadri, ecc. Non è opportuno mettere le icone su uno scaffale accanto a libri che non hanno nulla in comune con la fede ortodossa o che sono in conflitto con la dottrina cristiana sull’amore e sulla carità.
È assolutamente inammissibile avere accanto alle icone dei poster o calendari raffiguranti musicisti rock, atleti, o politici – gli idoli dell’epoca attuale. Questo diminuisce non solo il rispetto per le immagini sacre in misura inaccettabile, ma mette anche le icone sacre alla pari con gli idoli del mondo contemporaneo.
L’icona nell’angolo della casa può essere decorata con fiori naturali. Tradizionalmente, le icone più grandi sono spesso incorniciate con asciugamani. Questa tradizione risale all’antichità e ha un fondamento teologico. Secondo la tradizione, l’immagine del Salvatore è apparsa miracolosamente su un asciugamano durante la sua vita terrena, per aiutare un uomo sofferente. Dopo essersi lavato il volto, Cristo si asciugò il viso con un asciugamano pulito, su cui apparve l’immagine del suo volto. Il telo fu inviato a re Abgar, colpito da lebbra, nella città di Edessa, in Asia Minore. Dopo la guarigione, il sovrano e i suoi sudditi adottarono il cristianesimo e l’immagine “non fatta da mano umana” di Gesù Cristo fu posta su un “pannello permanente” e innalzato sopra le porte della città.
In tempi passati, il 29 agosto (nuovo calendario), giorno in cui la Chiesa commemora la traslazione dell’immagine “non fatta da mano umana” del nostro Signore Gesù Cristo da Edessa a Costantinopoli nel 944, era nota tra la gente come la festa del “telo” o del “lino del Salvatore”, e in certo luoghi si benedicevano tessuti e asciugamani di stoffa filata in casa.
Questi asciugamani riccamente ricamati erano riservati per l’uso nell’angolo delle icone. Allo stesso modo, le icone erano incorniciate da asciugamani per essere usate durante i matrimoni e la benedizione delle acque. Così, per esempio, dopo il servizio della benedizione delle acque, quando il sacerdote aspergeva le icone con abbondante acqua santa, i fedeli pulivano le icone con teli speciali che poi incorporavano nell’angolo delle icone. C’è una tradizione, dopo la celebrazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme (Domenica delle Palme), di conservare presso le icone i rami di salice benedetti in chiesa fino alla successiva Domenica delle Palme.
È consuetudine che a Pentecoste, il giorno della Santissima Trinità, le case e le icone siano decorate con rami di betulla come simbolo della Chiesa fiorente, munita del potere di grazia dello Spirito Santo.

Quali icone dovremmo avere in casa?

È essenziale avere icone del Salvatore e della Madre di Dio. L’immagine del Signore Gesù Cristo, che testimonia il mistero dell’Incarnazione e della salvezza del genere umano, e della Theotokos – la più perfetta di coloro che hanno vissuto sulla terra, degna della deificazione, e venerata come più onorabile dei cherubini e senza paragone più gloriosa dei serafini – sono una parte essenziale della casa cristiana ortodossa. L’icona di Cristo normalmente selezionata per la preghiera in casa è una raffigurazione a mezzo busto del Cristo Pantocratore. Chi ha spazio per un maggior numero di icone in casa può integrare il loro angolo delle icone con raffigurazioni di vari santi venerati. L’Ortodossia russa ha una forte tradizione di particolare venerazione per san Nicola il Taumaturgo, quasi ogni famiglia ortodossa ha una sua icona. Si deve notare che, insieme alle icone del Salvatore e della Madre di Dio, l’immagine di san Nicola il Taumaturgo ha sempre occupato un posto centrale nelle case dei cristiani ortodossi. Le persone venerano San Nicola come santo dotato di particolare grazia. Ciò deriva in gran parte dal fatto che, secondo il Tipico della Chiesa, ogni giovedì, quando la Chiesa offre preghiere ai santi apostoli, è dedicato anche a san Nicola il Taumaturgo, arcivescovo di Mira in Licia. Tra le icone dei santi profeti di Dio, quella del profeta Elia ha un posto di rilievo, tra le icone dei Santi Apostoli spicca quella dei santi Pietro e Paolo, i capi tra gli apostoli. Tra le immagini dei martiri per la fede cristiana, quelle che si trovano più frequentemente sono le icone del grande martire Giorgio il Portatore di trofei e del santo grande martire e guaritore Panteleimone.
Si raccomanda di avere raffigurazioni dei santi Evangelisti, di san Giovanni Battista, dei santi arcangeli Gabriele e Michele, così come le icone delle feste, per completare un angolo delle icone in casa. La scelta di icone per la propria casa è sempre una questione individuale. La persona migliore per aiutare a fare queste scelte è un sacerdote – il padre spirituale della famiglia – ed è a lui o a qualcun altro del clero che ci si dovrebbe rivolgere per un consiglio.
Per quanto riguarda le riproduzioni fotografiche a colori delle icone, a volte ha più senso avere una buona riproduzione che non un’icona dipinta di scarsa qualità.
Un iconografo dovrebbe mantenere un atteggiamento molto esigente verso il suo lavoro. Proprio come un prete non serve la Liturgia senza la dovuta preparazione, l’iconografo deve accostarsi al suo servizio con piena consapevolezza della sua responsabilità. Purtroppo, sia nel passato sia oggi, si incontrano spesso esempi volgari di immagini che non hanno alcuna somiglianza con le icone. Così, se una data raffigurazione non evoca un senso di pietà e un senso di contatto con il sacro, o se è teologicamente sospetta o la sua esecuzione tecnica è poco professionale, sarebbe meglio non acquistarla.
Tuttavia, riproduzioni di icone canoniche montate su tavola e benedette in chiesa possono occupare un posto d’onore nell’iconostasi di casa.

Come devono essere organizzate le icone e in quale ordine?

Ci sono regole rigide in proposito? In chiesa, sì. Per quanto riguarda l’angolo di preghiera a casa, si può limitare la discussione a poche regole principali.
Per esempio, una raccolta di icone appese senza un senso di simmetria, senza una disposizione ben congegnata, evoca un costante senso di insoddisfazione per la disposizione e un desiderio di cambiare tutto – cosa che spesso distrae dalla preghiera. È altresì essenziale ricordare il principio della gerarchia: per esempio, non conviene posizionare l’icona di un santo venerato localmente sopra all’icona della santissima Trinità, del Salvatore, della Madre di Dio, o degli apostoli. Proprio come su un’iconostasi classica, l’icona del Salvatore dovrebbe essere a destra, e quella della Madre di Dio a sinistra.

Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento verso gli oggetti sacri?

Essendo uno degli attributi di Dio (Isaia 6:3), la santità si riflette anche nei santi di Dio e negli oggetti fisici. Pertanto, il rispetto per le persone sante, gli oggetti sacri e le immagini, oltre alle persone che lottano per un’autentica comunione con Dio, sono manifestazioni di un unico ordine. “E sarete santi per me, perché io, il Signore, sono santo” (Levitico 20:26).
Le icone familiari sono sempre state tenute in particolare venerazione. Dopo il battesimo, un bambino era portato di fronte a un’icona, dove il sacerdote o il padrone di casa avrebbe letto le preghiere. I genitori benedicevano i loro figli con un’icona alla prosecuzione degli studi, quando partivano per lunghi viaggi o si impegnavano nel servizio pubblico. Come segno della loro approvazione di un matrimonio, i genitori similmente benedicevano gli sposi con le icone. Inoltre, la partenza di una persona da questa vita si svolgeva alla presenza di icone. È inappropriato litigare o comportarsi in modo chiassoso o comunque sconveniente di fronte alle immagini dei santi.
Si dovrebbe instillare la debita riverenza per le immagini sacre nei bambini a partire da un’età molto precoce.

Cosa si deve fare se la condizione di un’icona la rende inutilizzabile e non può essere restaurata?

In nessun caso una tale icona, anche se non è stata benedetta, deve essere semplicemente gettata via. Un oggetto sacro, anche se ha perso il suo aspetto originario, deve sempre essere trattato con riverenza.
Se la condizione dell’icona è deteriorata con l’età, dovrebbe essere portata in chiesa per essere bruciata nella fornace della chiesa. Se ciò non è possibile, si dovrebbe bruciare personalmente l’icona e seppellire le ceneri in un luogo che non sarà profanato o disturbato, per esempio, in un cimitero o sotto un albero in giardino.
I volti che ci guardano dalle icone appartengono all’eternità. Guardandoli, elevate a loro le vostre preghiere, chiedendo le loro intercessioni. Noi, abitanti del mondo terreno, non dovremmo mai dimenticare la chiamata eterna del nostro Salvatore al pentimento, alla perfezione, e alla deificazione di ogni anima umana.

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