IL SANTO PRINCIPE VLADIMIR, EVANGELIZZATORE DELLA RUS’

2vsn_4515

È stato l’evangelizzatore della Rus’, il grande artefice del Battesimo delle genti di quella sconfinata regione che, grazie a lui, abbracciò la fede cristiana e diede – come ancora dà – gli straordinari frutti spirituali dell’Ortodossia. Ma chi era il Santo principe Vladimir che la Chiesa ortodossa commemora il 28 luglio e in occasione della cui memoria liturgica, quest’anno, si terrà a Kiev una solenne cerimonia alla presenza del patriarca di Mosca, Kirill, per dare solennità proprio all’anniversario dei 1025 anni del Battesimo della Rus’? Secondo la tradizione, Vladimir, figlio del principe Svyatoslav e nipote dei grandi imperatori Igor e Olga, fu, in origine, in tutto e per tutto un pagano, sia per le sue credenze religiose che per lo stile di vita. Crescendo, però, si rese conto che il paganesimo non era l’unica forma di religione né esistente né praticabile e, per questo, egli cominciò a porsi importanti interrogativi sull’argomento. La tradizione narra che, alla fine, Vladimir decise di inviare suoi emissari in giro per il mondo, per comprendere quale fosse la “via spirituale” più corretta. La risposta non tardò ad arrivare: rientrando da Costantinopoli, i messaggeri del sovrano descrissero con parole di meravigliato stupore la bellezza della Divina liturgia dell’Oriente cristiano, dicendo che, assistendovi, avevano perso la cognizione “di dove si trovasse il cielo e dove fosse la terra”. Vladimir si rese conto subito di avere trovato ciò che andava cercando: Perul, l’idolo pagano, venne subito rimosso dalla collina di Kiev e gettato nel fiume Dniepr; egli dapprima si convertì, a Korsun, alla fede cristiana, poi estese il battesimo a tutte le genti a lui sottomesse. All’epoca le due Chiese di Roma e di Costantinopoli erano unite, sebbene in continuo dissenso. Il papa Giovanni XV mandò pertanto ambasciate a Vladimir, e così Roma fu formalmente “presente” alla nascita del nuovo regno cristiano (e infatti il culto per Vladimir sarà poi riconosciuto da entrambe le Chiese). Ma a Kiev prevalse l’influenza religiosa bizantina; sicché, con lo scisma d’Oriente avvenuto nel 1054, la Chiesa di Kiev seguì Costantinopoli. Dopo la conversione, Vladimir cambiò anche stile di vita: si adoperò per rafforzare il cristianesimo tanto quanto, in precedenza, aveva difeso l’idolatria; lottò contro le superstizioni pagane e promosse la costruzione di chiese ovunque; egli stesso ordinò l’edificazione, a Kiev, di quella dedicata alla Madre di Dio. Il principe Vladimir si spense nel 1015. La sua memoria liturgica cade il 15 luglio (il 28 luglio, come accennato, secondo il calendario giuliano in uso presso la Chiesa ortodossa). La Chiesa russa venera il principe Vladimir come santo allo stesso modo degli apostoli, comparando le sue azioni a quelle degli apostoli. Con questo vengono fissati non soltanto i suoi meriti nella diffusione del cristianesimo, ma anche la trasformazione spirituale e morale interiore, comparabile con quello che hanno sperimentato gli apostoli. Il principe di Kiev seppe superare i limiti della fede “naturale” popolare e ruppe la tradizione della divinizzazione delle forze della natura e la paura del loro potere, nonché seppe credere in Colui che andò volontariamente alle sofferenze e alla morte per amore e salvezza dell’uomo e del mondo. Seppe insomma credere sinceramente e fortemente e guidò dietro a sé tutto il popolo.

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *