RUSSIA 1921: LA RIVOLUZIONE METTE IN GINOCCHIO LA CHIESA

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Russia, 1921: approfittando della grave carestia che sta falcidiando il Paese, le autorità bolsceviche lanciano una massiccia campagna antireligiosa che serve da pretesto per confiscare i beni della Chiesa ortodossa, a cominciare dagli arredi liturgici, dalle rize d’argento e pietre preziose poste a corredo delle icone, dai paramenti sacri utilizzati per la liturgia. Lo stesso Lenin dà mandato alle cellule territoriali di partito di autorizzare la distruzione delle chiese e dei monasteri nel caso in cui i sacerdoti e i monaci non consegnino gli oggetti preziosi. Non è che l’inizio: nei mesi successivi la repressione si estende anche alle gerarchie ecclesiastiche; centinaia di persone finiscono nella macchina del Gulag che, proprio in quel frangente, sta per essere messa a punto dal regime. Nella foto sopra della New York University Press: le operazioni di valutazione dei beni confiscati da parte degli incaricati bolscevichi in un’istantanea dagli archivi sovietici.

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