“TESTIMONI DELL’AGNELLO”, IL BREVIARIO DEI MARTIRI DELL’URSS

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“Il destino del cristianesimo – è scritto in un appello dei cristiani dell’Urss, diffuso dal samizdat, la letteratura clandestina del periodo sovietico, il 20 giugno del 197676 – non è mai stato né semplice, né facile. Esso ha scelto come proprio simbolo la Croce, segno delle prove che avrebbe incontrato. E cosi è stato: incarnando nel mondo la verità, che non è la verità di questo mondo, il cristianesimo non poteva evitare la persecuzione. Sarebbe veramente ingenuo e infantile aspettarsi un’esistenza tranquilla”. Parte da questa consapevolezza l’itinerario spirituale che padre Romano Scalfi, fondatore del Centro Studi Russia Cristiana di Seriate e Milano, antesignano dell’attenzione della Chiesa cattolica nei confronti dei popoli oppressi dal comunismo, amico di dissidenti di spicco come Aleksandr Solzenicyn, compie nel libro “Testimoni dell’agnello. Martiri per la fede in Urss” (432 pagg., edizioni La casa di Matriona, 10,33 euro) che racconta, per ogni giorno dell’anno, la storia esemplare di 365 personaggi letteralmente immolatisi nel Gulag e nei processi del Kgb per non rinnegare il loro amore per Cristo. Un libro non da leggere, ma da meditare attraverso vicende di quotidiano eroismo, di sacerdoti, laici, giovani, professionisti, donne capaci di resistere di fronte alla macchina oppressiva del regime e più forti di ogni tentativo di cancellarne la memoria. I martiri sono soltanto uno degli aspetti della lotta contro Dio divampata in tutto il mondo. In Urss, in particolare, l’ateismo militante leninista aveva, come è noto, pretese totalizzanti: tutte le istituzioni scolastiche, economiche, amministrative, scientifiche ed artistiche dovevano impegnarsi nella lotta contro la religione, contro ogni aspetto della religiosità. “Il Signore – come scrive padre Scalfi – i suoi martiri, la libertà e la dignità dell’uomo hanno infranto questo mostruoso progetto”.

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