LA STORIA DI S. DEMETRIO DI TESSALONICA: IL NUOVO LIBRO DEL PROF. PASSARELLI (2)

Si intitola “San Demetrio il megalomartire” ed è, pubblicata dalla casa editrice bergamasca Velar, l’ultima fatica letteraria del prof. Gaetano Passarelli, insigne studioso di arte bizantina e dell’Oriente cristiano, direttore scientifico della rivista Studi sull’Oriente Cristiano oltre che del Museo delle icone e della tradizione bizantina di Frascineto (Cosenza), autore di innumerevoli pubblicazioni e anche componente del Comitato scientifico del nostro progetto culturale. Per gentile concessione dell’Autore e dell’Editore proseguiamo la pubblicazione in parti successive dell’introduzione al libro incentrato su una delle figure di Santi più amate e venerate, ma anche circondata da un’aura di mistero, della Cristianità.

Quale Demetrio? – di Gaetano Passarelli

Il nuovo Martyrologium Romanum al 9 aprile scrive «A Sirmio in Pannonia, ricordo di San Demetrio, martire», mentre le Chiese di tradizione bizantina lo commemorano da sempre il 26 ottobre con l’appellativo di «Megalomartire (grande martire)», riferendosi a Demetrio martirizzato a Tessalonica/Salonicco in Grecia. Certamente non si intende riportare in questa sede le varie ipotesi e posizioni espresse da vari studiosi dalla fine dell’ ‘800 in saggi e articoli scientifici, ma si farà riferimento alle teorie più recenti e ben argomentate che, a nostro avviso, si prestano a dare soluzione alle varie problematiche. Uno dei nodi cruciali, che ha impegnato gli studiosi per giungere a una spiegazione, è stato quello di capire se Demetrio di Sirmio e Demetrio di Tessalonica fossero due commemorazioni di una stessa figura o di due personalità distinte. E, in tal caso, quale Demetrio è diventato tanto famoso?

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La documentazione parrebbe orientare verso la prima soluzione. Infatti, di Demetrio martirizzato il 9 aprile a Sirmio, l’odierna Sremska Mitrovica (Città di Demetrio) nella Vojvodina serba non molto lontano da Belgrado, risulta nella redazione del Martirologio Siriaco del 411, tradotto da un originale greco composto a Nicomedia nel 360-362. La notizia-memoria trova conferma alla stessa data nel Martirologio Geronimiano, composto a Roma tra il 431 e il 450, dove si dice in aggiunta che si trattava di un martire diacono. In questi due documenti non è citato un Demetrio di Tessalonica martirizzato il 26 ottobre, cosicché si pensò che il culto di Tessalonica fosse frutto di un semplice trasferimento della venerazione del Demetrio di Sirmio. Invece di un Demetrio martirizzato a Tessalonica parlano le Passioni, più tardive, che tuttavia non forniscono una data precisa. Nei Miracoli raccolti dal vescovo Giovanni (c. 610/649) nella seconda decade del VII secolo, ma che si riferiscono al periodo dell’episcopato del predecessore Eusebio (c. 597-603), si nomina la festa celebrata a Tessalonica il 26 ottobre, data che vien ritenuta quella del martirio e trova conferma nel Sinassario di Costantinopoli, risalente al X secolo. Quindi secondo l’ipotesi più accreditata il martirio di Demetrio di Tessalonica sarebbe avvenuto il 26 ottobre tra il 304 e il 308.

Le copiose raccolte dei Miracoli sono fonti molto importanti per la storia del tempo e per gli annali della città di Tessalonica. Questa particolare letteratura che il suo culto ha fatto nascere occupa un posto a parte nell’agiografia. Oltre a quest’abbondanza testuale, dal VI secolo sono numerose anche le testimonianze archeologiche e iconografiche della radicata venerazione del martire Demetrio di Tessalonica, ma in nessuna si fa riferimento al diaconato. Nelle rappresentazioni iconografiche, a partire dalle prime del V secolo, Demetrio è sempre raffigurato con la clamide, cioè con l’abito civile di dignitario di alto rango, mentre in quelle medievali con la tenuta militare. Perciò l’ipotesi attualmente più accreditata e convincente è che non vi sia stata né compartecipazione né trasferimento della memoria del diacono martire di Sirmio a Tessalonica, ma che si tratti di due martiri di nome Demetrio, il diacono di Sirmio e il militare di Tessalonica, venerati nelle rispettive città senza alcuna commistione. Quello che, dal V secolo, ebbe la prevalenza per fama e popolarità è Demetrio di Tessalonica. Hanno certamente avuto un ruolo determinante nell’ingenerare l’equivoco sia la concorrenza sia la rivalità politica ed ecclesiastica tra le due città (Sirmio e Tessalonica), particolarmente vivaci dal IV al VI secolo per la scelta altalenante della sede amministrativa, prima delle diocesi di Pannonia, Dacia e Macedonia, poi della prefettura dell’Illirico. Per dovere di completezza, riportiamo anche un’ipotesi ingegnosa avanzata di recente, secondo la quale il guerriero Demetrio avrebbe assunto il suo status di militare non dalla metamorfosi del diacono di Sirmio ma dal martire spagnolo sant’Emeterius, le cui reliquie sarebbero state traslate a Tessalonica durante il regno di Teodosio I (379-395) e il cui nome sarebbe stato trasformato, vista la forte assonanza, in Demetrio.

(2-continua)