INCENDIO A NOTRE DAME: IN SALVO LE RELIQUIE DELLA PASSIONE DI CRISTO
|Resteranno a lungo negli occhi e nella memoria del mondo le terribili immagini dell’incendio che, nella serata di lunedì 15 aprile 2019, ha devastato, a Parigi, la cattedrale di Notre Dame. “Un passaporto dell’umanità” è stata definita, al di là dell’indiscutibile valore simbolico per l’intera Cristianità. Il sito aleteia.org ha cercato di ricostruire, nell’imminenza del tragico evento, una mappa delle numerose e preziosissime reliquie custodite all’interno del sacro edificio e che, a fiamme domate, sono risultate essere, per certi versi miracolosamente, salve. Nella cattedrale, costruita 850 anni fa, si trovavano infatti tutte le reliquie della passione di Gesù Cristo acquisite dalla monarchia francese nel Medioevo e conservate dall’arcidiocesi di Parigi
Il Tesoro della cattedrale di Notre Dame è, dunque, intatto. Una circostanza che ha suscitato la sorpresa di molti e che, almeno in parte, è dipesa, almeno stando a quanto riferito da Andre Finot, portavoce dell’amministrazione della cattedrale, dal fatto che “gli oggetti sacri erano conservati in sacrestia”. Ma di quali testimonianze si tratta?
La Corona di spine di Cristo
Quelle più importanti sono la Corona di spine di Gesù (un cerchio intrecciato tenuto assieme da un filo d’oro con 70 spine attaccate) e un pezzo della Vera Croce su cui Gesù fu crocifisso. Tutta la cappella era però un immenso reliquiario, contenente anche quelle della Vergine Maria, la Santa Lancia, la Spugna e il Mandylion, una supposta immagine di Cristo.
Il tesoro della Sainte-Chapelle
Questo tesoro venne acquistato da re Luigi IX da Baldovino II di Costantinopoli nel lontano 1238 e per secoli custodito nella Sainte-Chapelle. Fino alla Rivoluzione, il Tesoro era considerato apertamente come una possibile riserva di denaro per i periodi di crisi a disposizione dei sovrani i quali vi attingevano in caso di epidemie, carestie, guerre straniere e guerre civili. Su espressa richiesta del Re o su sua richiesta, queste reliquie venivano fuse per ricavarne denaro: scomparve così il reliquiario di vermeil di Saint Simeon e Saint Andrew offerto da Philippe-Auguste, la statuetta di Saint Denis decorata con zaffiri e perle con le armi di Isabeau di Baviera venduta dal 1429, il busto d’oro di Saint Agnese decorato con un ricco zaffiro circondato da otto pietre preziose e recante un ramo d’oro.
E sono soltanto alcuni esempi perché nei secoli furono molti gli oggetti prelevati e portati alla Zecca per essere fusi: candelieri d’oro, la corona di San Filippo ricoperta di pietre preziose e lampade d’argento. Poi la Rivoluzione francese nazionalizzò i beni della Chiesa, ordinandone la confisca: a quel punto il Tesoro scomparve e con alterne vicende durante la Restaurazione venne ricreato, anche grazie alle donazioni di Napoleone.