ROMA, NELLE CATACOMBE DI S. PRISCILLA LA PIÙ ANTICA IMMAGINE DELLA NATIVITÀ

(da Fanpage.it) –  “Mentre si trovavano a Betlemme giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché non avevano trovato altro posto”: la scena descritta nel Vangelo di Luca è una delle più famose e suggestive della nostra cultura. Il racconto della nascita di Gesù è stato, soprattutto a partire dal Rinascimento, un tema centrale nei capolavori di artisti come Botticelli, Dürer e Caravaggio: ma qual è stata la prima Natività mai dipinta nella storia dell’arte?  La più antica rappresentazione della nascita di Cristo si trova in Italia, e precisamente a Roma: risale al III secolo ed è conservata nelle catacombe di Priscilla, lungo la via Salaria.

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Si tratta di uno dei cimiteri paleocristiani più grandi ed importanti, con circa 13 chilometri di gallerie sotterranee e una enorme quantità di reperti preziosissimi, dagli affreschi ancora perfettamente conservati ai marmi e alle statue che ornavano le decine di sarcofagi rinvenuti a metà Ottocento. Le catacombe, che prendono il loro nome dalla nobildonna che donò il terreno nel quale vennero scavate a partire dal II secolo, ospitano anche le spoglie di sette papi fra cui Celestino I e Liberio.

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Sul soffitto di una delle nicchie è ancora ben visibile uno stucco che raffigura Maria che tiene in braccio Gesù, con accanto un profeta che le indica una stella, simbolo, secondo l’Antico Testamento, della venuta di Cristo in terra. La scena precede di circa due secoli le raffigurazioni tradizionali che prevedono la presenza dei pastori e di Giuseppe, e per questo si tratta di una Natività decisamente particolare e “non canonica”. A rafforzare però l’idea che il tema della nascita di Gesù fosse già fortemente sentito dalle prime comunità cristiane a Roma è la presenza di un altro dipinto che sembrerebbe essere ancora più antico. Nella cosiddetta “Cappella Greca” sono immortalate numerose altre scene tratte da Antico e Nuovo Testamento, fra cui l’arrivo dei re Magi al cospetto del nascituro (foto sotto): si parla, in questo caso, di “Adorazione” e non di Natività, proprio perché al centro della raffigurazione c’è la venuta dei re dall’Oriente per celebrare la divinità scesa in terra e fatta uomo.

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La simbolica narrazione della nascita di Gesù che tradizionalmente chiamiamo “Natività” ha una storia lunga e affascinante, che inizia intorno al IV secolo: in questo senso, la pittura delle catacombe di Priscilla costituisce una vera e propria eccezione alla tradizione che si consoliderà successivamente. Una tradizione che riprende i vangeli di Luca e di Matteo, e che inizialmente prevedeva solo una semplice grotta, conil Bambino adagiato sulla paglia fra il bue e l’asinello. Sarà solo dopo un secolo che al centro della narrazione, oltre a Gesù, compariranno dapprima Maria e successivamente Giuseppe: dal Medioevo in poi, tantissimi dettagli allegorici continueranno ad arricchire la scena che, per molti secoli, affascinerà gli artisti di tutta Europa.