LA LAMPADA CHE ARDE DINANZI ALLE ICONE: “SIMBOLO DELLA LUCE DELLA FEDE”

Nelle pagine del nostro sito abbiamo più volte avuto modo di occuparci della simbologia delle lampade devozionali che, nella tradizione dell’Oriente cristiano, ardono davanti alle icone. Quello che segue è un breve testo tratto dagli scritti di San Nikolaj Velimirovich (1881-1956), grande monaco e mistico serbo, vescovo e autore di numerosi libri. Lo scritto costituisce, al tempo stesso, una intensa meditazione sul valore dell’autentica preghiera di fronte alle Sante immagini, che la fiamma perpetua anche mentre il fedele è impegnato nelle proprie incombenze quotidiane.

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Il valore della luce della lampada davanti all’icona

La luce della lampada che arde davanti all’icona riveste un’importanza fondamentale, anche sotto il profilo simbolico. In primo luogo, ci ricorda che la nostra fede è luce. Cristo disse: io sono la luce del mondo (Gv. 8:12). La luce della lampada ci ricorda la luce con la quale Cristo illumina le nostre anime. In secondo luogo, ci rammenta il carattere radiante del Santo davanti alla cui icona accendiamo la stessa lampada, perché i Santi sono chiamati “figli della luce” (Jo. 12: 36; Lc. 16:8). Terzo: la luce che irradia serve da riprovazione per le nostre opere scure, i nostri cattivi pensieri e desideri, e anche per ricordarci del cammino della luce evangelica, e che dobbiamo tentare, in modo più zelante, di rispettare i comandamenti del Salvatore: “Che la vostra luce sia bene davanti agli uomini e che vedano le vostre buone opere” (Mt. 5).

Quarto: noi accendiamo la lampada affinché sia il nostro piccolo sacrificio a Dio, colui che ha dato se stesso completamente come sacrificio per noi, e a titolo di piccolo segno della nostra enorme gratitudine e raggiante amore per lui, a cui chiediamo attraverso le nostre preghiere la vita, la salute, la salvezza e tutto ciò che solo l’amore paradisiaco senza limiti può offrirci. In quinto luogo, la luce invoca che il terrore possa attaccare i poteri del male che talvolta ci rapinano, anche nell’ora della preghiera, portando a divagando i nostri pensieri lontano dal Creatore. I poteri del male amano le tenebre e tremano davanti a tutta la luce, specialmente quella che appartiene a Dio e a coloro che gli sono graditi. Sesto: che questa luce possa toglierci dall’egoismo. Nello stesso modo in cui olio e stoppino bruciano nella lampada, sottomessi alla nostra volontà, cora le nostre anime possano anche bruciare con la fiamma d’amore in tutte le nostre sofferenze, essendo sempre sottomessi alla volontà di Dio. Settimo, essa arde al fine di insegnarci che, così come la lampada può essere accesa solo dalle nostre mani, così anche il nostro cuore, la nostra lampada interiore, può essere acceso solo con il santo fuoco della grazia di Dio, finché non saremo pieni di tutte le virtù. Tutte queste virtù sono in verità nostre, così come un combustibile materiale, ma, tuttavia, il fuoco che le brucia procede da Dio. Ottavo: al fine di ricordarci che prima di tutto il creatore del mondo ha creato la luce e poi tutto il resto. E disse: “Che sia la luce: ed è stata la luce (Gen. 1:3)”. Che così sia anche all’inizio della nostra vita spirituale, che prima di tutto la luce della verità di Cristo possa irradiare dentro di noi. Da questa luce della verità di Cristo, successivamente tutto è bene che si crea, germoglia e fiorisce.

Che la luce di Cristo così vi illumini!

da San NIkolaj Velimirovich