NATALE: DIGIUNO, PREGHIERE E VIGILIA, LE TRADIZIONI DELLE COMUNITÀ ORTODOSSE

In occasione delle festività natalizie, il sito Internet del periodico di divulgazione scientifica per ragazzi “Focus Junior” – www.focusjunior.it – ha pubblicato un articolo sintetico nel quale vengono illustrate, con esaustiva chiarezza, le peculiarità della tradizione ortodossa nel tempo del Natale. Come è noto, le comunità dell’Oriente cristiano che seguono il calendario giuliano, celebreranno la solennità della Natività di Gesù il 7 gennaio. Riproponiamo il contributo agli amici de “I sentieri dell’icona”.

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Il Natale ortodosso celebra la nascita di Gesù figlio di Dio e della Vergine Maria e viene festeggiato anziché il 25 di dicembre il 7 di gennaio. Questo è dovuto dal fatto che la chiesa ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano. Per capire meglio bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare (chiamato in suo onore giuliano) , per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio.

Secondo la tradizione il Natale, nei paesi ortodossi, viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura 40 giorni. Il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì. Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo “socivo” ovvero grano lesso e frutta. Il digiuno si conclude generalmente in chiesa al tramonto. preghiere e canti il pane, il grano, il vino ed l’olio. Terminata la preghiera i fedeli intonano l’inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’icona di Natale: una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato, i fedeli consumano il pane benedetto e la festa ha inizio!