“LA TEOLOGIA NELLA CHIESA ORTODOSSA: ESPERIENZA DI COMUNIONE CON DIO”

Le Edizioni Dehoniane di Bologna stanno pubblicando, articolata in cinque volumi, la ponderosa opera dedicata alla Chiesa ortodossa e curata dal metropolita Hilarion Alfeev (nella foto sotto) responsabile del dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Finora l’editrice bolognese ha completato i tomi dedicati a “Profilo storico”, “Tempio, icona e musica sacra” e “Dottrina”. In un passaggio, l’arcivescovo illustra, con sintesi efficace, il senso e il significato della teologia nella tradizione dell’Oriente cristiano. Una breve riflessione che costituisce una “chiave” anche per accostare il mondo delle Sante icone.

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“Nella tradizione ortodossa la teologia non viene intesa come una scienza, come una teorizzazione astratta. Nella chiesa delle origini il teologo non era un uomo seduto a tavolino, immerso in libri, vocabolari, bibliografie e manuali. Nella stragrande maggioranza i padri della Chiesa erano vescovi o monaci: svolgevano attivamente il ministero ecclesiale, oppure vivevano una vita di ascesi in monastero. La loro teologia nasceva da un’esperienza mistica interiore, arricchita dal quotidiano contatto con la tradizione della Chiesa attraverso la liturgia, la preghiera, la lettura della Sacra Scrittura e la comunione con il popolo di Dio. La formula classica di Evagrio Pontico (IV secolo) recita: “Se sei Teologo pregherai veramente, e se preghi veramente sei teologo”. La teologia non è altro che l’esperienza dell’incontro mistico con Dio nella preghiera, l’esperienza della comunione con Dio. Nessuna delle dimostrazioni dell’esistenza di Dio, adottate da Tommaso d’Aquino nella Summa Theologiae, fondate sulla filosofia di Aristotele, è in grado di convincere un non credente dell’esistenza di Dio. Proprio per questo la teologia dei padri della Chiesa orientale nel primo millenio, e in seguito la teologia ortodossa del secondo millennio, si è astenuta da ogni tentativo di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso argomenti razionali e dimostrazioni logiche. Come afferma Massimo il Confessore, l’esistenza di Dio si accetta per fede, e questa fede “è più evidente di ogni dimostrazione”, in quanto essa è una conoscenza vera, che “possiede principi indimostrabili,essendo come sostanza di cose superiori alla mente ed alla ragione”.