“NATALE È INCONTRARE CRISTO”: L’EDITORIALE-TESTAMENTO DI PADRE SCALFI

L’ultimo editoriale per “La nuova Europa”, la rivista – ora on line (lanuovaeuropa.org) – che periodicamente racconta l’attività e gli incontri (oltre all’inestimabile messe di studi) animati dalla Fondazione Russia Cristiana da lui fondata nel 1957, lo aveva firmato meno di una settimana fa con un titolo, a posteriori, profetico: “Natale è incontrare Cristo”. Padre Romano Scalfi, spentosi dopo una breve malattia a 93 anni il 25 dicembre 2016, solennità della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, aveva, in quel testo, nuovamente racchiuso la sua forza spirituale, trasmessa, nel lungo servizio alla Chiesa e all’appassionato dialogo con l’Oriente cristiano, ai tantissimi che hanno avuto il privilegio d’incontrarlo e gli hanno voluto bene. Riproponiamo il testo, che letto ora appare come una sorta di testimone passato a chi ha a cuore i grandi temi ai quali ha dedicato l’intera esistenza, per i lettori de “I sentieri dell’icona”, che piangono padre Romano con gli amici di Russia Cristiana.

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di Romano Scalfi

Il Natale – dicono i Padri – è la novità delle novità, perché con la nascita di Cristo comincia un’epoca nuova.
L’uomo non è più quello di prima, l’uomo non solo è oggetto di un grande amore ma viene trasfigurato, inserito in qualche modo nella stessa natura di Cristo. Il mondo non è più quello di prima, perché sappiamo che Cristo sostiene ogni cosa nell’essere. La libertà non è più quella di prima, la libertà ora è seguire Cristo. La felicità non è più quella di prima: è riconoscere Cristo come fonte di ogni gioia. La fecondità non è far di tutto per essere buoni, ma capire che Cristo ha fatto di tutto per avvicinarsi a noi, per insegnarci con la sua vita e donarci la sua vita.
Quindi è un capovolgimento di mentalità entusiasmante, perché si tratta soprattutto di riconoscere una realtà nuova: non siamo più noi che andiamo in cerca di Cristo, di Dio e della verità, basta spalancarsi alla novità portata da Cristo stesso.
Ma per riconoscerlo non basta un discorso, non basta neanche l’intelligenza: occorre l’incontro. Per vivere la novità che ha portato Cristo dobbiamo incontrare Lui, realmente e non nelle nostre fantasie.
Sergej Averincev diceva che uno degli ostacoli che ci impediscono di incontrare Cristo è l’immaginazione. Occorre guardare alla realtà senza seguire l’istintività o i nostri pregiudizi, ma col cuore semplice, perché essa contiene Cristo. Anche a noi, se vogliamo godere di questa presenza nuova che ci investe con tutto il suo amore, non basta leggere qualche libro, occorre incontrare Cristo: nella realtà di ogni giorno, nelle condizioni di ogni giorno, nelle situazioni più diverse. Incontrarlo come un amico che ci viene incontro, come colui che ci vuol bene sempre e proprio in quella particolare situazione. Allora facciamo esperienza che questa novità è veramente la cosa che maggiormente soddisfa il nostro cuore: capisco che senza Cristo non si può più vivere, che non c’è più senso, fecondità, non c’è più niente.
Ecco, di fronte a questo nostro impegno – che è affascinante, perché incontrare Cristo è la cosa più bella di questo mondo, – c’è anche una grande responsabilità, perché la nostra attenzione dovrà guardare la realtà per quella che è.
Averincev diceva che dopo l’esperienza di tante ideologie, non si lasciava più affascinare da altre ideologie. Dobbiamo con semplicità guardare la realtà. In silenzio, facendo tacere tutti i nostri pregiudizi, ma sapendo che il vero, il buono, la bellezza è incontrare Cristo in ogni situazione, per capire che veramente è Lui il fulcro della vita.