LA PREGHIERA PER LA SERA SCRITTA DA UN MONACO ORTODOSSO CONTEMPORANEO

Dal sito del monastero di San Serafino di Sarov, che sorge sulle pendici dell’Appennino tosso-emiliano nei pressi di Pistoia, proponiamo il suggestivo testo della “Preghiera serale” redatto da un monaco: la proponiamo agli amici de “I sentieri dell’icona” come valido spunto per la meditazione.

Nella penombra che scivola verso la notte, nella chiesa deserta, ho intravisto, Signore, qualcosa della Tua Presenza, ho sentito il tuo Volto teso ad incontrarmi, i Tuoi Occhi intenti ad incontrare i miei occhi. Ma non ho visto, Signore. Forse è stato un atto della tua compassione, perchè non potrei tollerare il Tabor, e nemmeno, Signore, il riflesso delle tue spalle, come Mosè sul Sinai; allora, Signore, teneramente hai avvicinato il Tuo Volto nel buio, come nel primo bacio d’amore di due adolescenti scambiato al buio, per il timore, forse, della scoperta improvvisa dell’eros, per la paura, forse, di vedere un rossore sul volto dell’altro, in quel modo tenero e pudico che, tristemente, è passato di moda.

La civiltà dell’immagine ha tolto alla visione ogni pudore: si mostrano nudi i corpi sugli schermi senza nulla riservare ad un più profondo incontro, e si mostra nudo il sangue delle più terribili violenze, quasi sia dimenticata la pietà.

Tu no, tu no Signore. Tu prepari ancora, preparerai sempre, una intimità per incontrarci. Il tuo Volto di Luce si offrirà a noi nella penombra, per non farci male, e parlarci della tua dolcezza sottovoce , quasi con le parole del Silenzio, Tu ineffabile Verbo: Tu non conosci la civiltà del frastuono, delle discoteche assordanti, delle città invivibili, delle fabbriche inumane. E’ il silenzio della brezza dolce d’Elia sul Carmelo, ove tu non eri nel vento impetuoso e nel fragore della tempesta. E quando lo sei stato – oh come lo sperimentò Isaia, a cui la maestà tua terribile ricordò le sue labbra impure e la sua vita – per chiamare alla sua missione il prescelto, allora non l’hai lasciato solo con la sua impurità, ma le braci fiammanti dell’altare, col ministerio incorporeo d’un Serafino, toccarono le labbra del Profeta e lo fecero mondo.

Ogni incontro con Te Signore, o monda o distrugge, o perde o salva: non è possibile incontrarTi senza effetto.

Così, nella penombra di questa sera, incontri anche me Signore, e teneramente mi rimproveri la mia tiepidezza, la mia negligenza, il mio poco amore. Ma Tu, Signore Amore, pienezza d’ Amore, Oceano…. quale Amore potrà ricambiarTi! Non certo il mio, povero e frammentato dalle tante distrazioni , indebolito dalla pigrizia spirituale… diviso … sì … diviso mentre Tu sei geloso, e vuoi per Te tutto … e soltanto tutto ti appaga, perchè donandoTi tutto ci hai amati!

Eppure, questa sera, Signore è proprio al mio cuore che parli; stasera son’io il prescelto: io coi miei peccati, il mio limite, la mia vergognosa mediocrità.
Vuoi incontrarmi… proprio me. Ciascuno è prezioso ai Tuoi occhi…
Vuoi incontrarmi… proprio me. Ciascuno è amato al tuo cuore di singolare amore.
Voi incontrarmi… proprio me. Nessuno innanzi a Te mi potrà sostituire.
Allora, Signore in questa sera che scivola verso la notte, abbracciami con la tua tenerezza, illuminami col Tuo sguardo, lavami col tuo sangue, bruciami col tuo fuoco e dammi di risponderTi oggi con una generosità nuova.

Un monaco