PAPA FRANCESCO IN GEORGIA E AZERBAIJAN: “VIAGGIO DI PACE E DIALOGO”

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La Georgia è pronta ad accogliere Papa Francesco che venerdì 30 settembre 2016 è atteso per la prima volta nel Paese del Caucaso, ponte tra Europa e Asia, per il suo 16.mo viaggio apostolico che, domenica 2 ottobre, si concluderà con una tappa in Azerbaijan. Visita all’insegna della pace e del dialogo, annunciata sin dall’aprile scorso, preceduta dalla tappa in Armenia a giugno, e a lungo preparata dalla piccola comunità cattolica che rappresenta solo poco più dell’1% su oltre 4 milioni di abitanti. Come riferisce Gabriella Ceraso, inviata della Radio Vaticana, è la 23esima nazione che Papa Francesco visiterà dall’inizio del suo Pontificato e la Georgia lo abbraccerà con calore, come è sua tradizione, pur nella massima semplicità. La povertà è diffusa ma la gente è molto ospitale. D’altra parte, la Georgia è stata crocevia di civiltà antichissime: greci, persiani, ottomani, arabi, sono passati da qui lasciando segni evidenti nell’architettura, nelle strade, nella cucina. Ne hanno fatto una terra tollerante, ma anche fiera nella difesa della propria identità a cui il Cristianesimo ha contribuito in maniera determinante.
E’ la terra dove si dice sia custodita la tunica di Gesù, è la seconda nazione cristiana dopo l’Armenia grazie soprattutto a Santa Nino, nel IV secolo, la cui croce ricurva e intrecciata di viti è il simbolo dei georgiani. La fede ha resistito a repressioni e a 70 anni di ateismo comunista prima di vivere una “nuova fioritura”, come disse da Tbilisi San Giovanni Paolo II nel 1999. Il suo ricordo è molto forte tra i fedeli cattolici, come il suo lascito: “Siate segno di unità e pace in particolare con i fratelli ortodossi”. Essere Chiesa di minoranza ancora oggi non è facile; per questo, l’attesa delle parole e dei gesti di un altro Papa che sta per arrivare è molto sentita. Sono oltre 200 i giornalisti georgiani e internazionali finora accreditati a seguire la visita del Papa in sala stampa a Tbilisi. Un’attenzione che non si riscontra per le strade, tranne che nei luoghi che il Papa visiterà: in particolare nelle parrocchie, dove il suo volto sorridente risalta in grandi manifesti. “Non ci saranno grandi folle ma pochi fedeli preziosi”, dice padre Akaki Chelidze, portavoce dell’Amministrazione apostolica del Caucaso per i latini: “Cerchiamo di far giungere la nostra voce ai più, invitandoli a questo grande evento che qua ha una risonanza da quella che ci si potrebbe aspettare in un Paese a maggioranza cattolica o con una forte presenza cattolica. Noi siamo fiduciosi che la gente sarà motivata e se non sarà una grande folla sarà gente di grande amicizia nei riguardi della Chiesa cattolica e nei riguardi del Papa”.

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