S. AMVROSIJ DI OPTINA: “LA VIA VERSO LA PERFEZIONE PER IL VERO CRISTIANO”

Dal sito www.natidallospirito.com riprendiamo e pubblichiamo, per gli amici e i lettori de “I sentieri dell’icona”, una lettera del Santo Amvrosij di Optina (1812-1891) con una riflessione dedicata al “senso” del professarsi ed essere cristiani. Il testo, nella sua brevità e chiarezza, riconduce al fecondo filone della paternità spirituale tanto cara all’Ortodossia e, in particolare, ai fedeli della Rus’ e di cui il monastero di Optina fu una delle più fulgide espressioni.

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Il santo apostolo Paolo nella sua lettera agli Efesini scrive: Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi (Ef 5,1). I cristiani autentici possono imitare Dio soprattutto attraverso l’osservanza dei seguenti tre comandamenti evangelici:
1) Il Signore dice nell’Evangelo: Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Lc 6,36; Mt 5,45).
Questo comandamento significa, in primo luogo, che l’uomo deve essere compassionevole nei riguardi dei suoi prossimi quando fa la carità, non distinguendo fra i degni e gli indegni. E poi esso richiede da noi la condiscendenza verso i prossimi e il perdono di tutte le loro mancanze, ingiurie e molestie
2) Il santo apostolo Pietro scrive: Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: Sarete santi, perché io sono santo (1Pt 1,14–16).
Questo comandamento significa che l’uomo deve conservare la sobrietà (σωφροσύνη) e la purezza del corpo e del anima non soltanto in ciò che riguarda la passione carnale, ma anche in ciò che riguarda le altre passioni, perché anche l’invidia e l’odio e il rancore costituiscono l’impurità dell’anima.
3) Viene detto nell’Evangelo di Matteo: Siate perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste (Mt5,48).
La perfezione cristiana, secondo sant’Isacco il Siro, risiede nella profondità dell’umiltà. Il fariseo, come egli stesso attesta di sé, non era soggetto a nessun vizio; però, poiché si vantò, giudicò e condannò il pubblicano, non soltanto perdette tutto, ma fu anche rigettato da Dio. Per questa ragione il Signore dice: quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili; abbiamo fatto quanto dovevamo fare (Lc 17,10).
Per quanto un cristiano possa essere saldo e accurato nel compiere i suoi doveri cristiani, questa sua osservanza e opera spirituale, secondo la parola dei santi Padri, può essere assimilata soltanto a una piccola piscina o a un piccolissimo laghetto, mentre i comandamenti di Dio sono simili a un vasto oceano, come dice il santo profeta Davide: l’ampiezza dei tuoi comandi è infinita (Sal 118,96).
Davanti a questa ampiezza si umiliano anche i grandi santi, chiamando se stessi polvere e cenere e stimando se stessi peggiori di ogni creatura. O, come si espresse il più sapiente degli apostoli, san Paolo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti (Fil 3, 13–15).
Amvrosij di Optina
Lettera non indirizzata a una perosna precisa, senza data
tratto da Собрание писем оптинского старца Амвросия к мирский особам, 14–15 (№ 4)
tradotta da madre Sophia Senyk