KAZAN’ (RUSSIA), RINASCERÀ LA CHIESA DELLA VERGINE DISTRUTTA DAI SOVIETICI

È stata benedetta dal patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, la posa della prima pietra della chiesa che ospiterà l’icona della Madre di Dio di Kazan’, a cui era molto devoto San Giovanni Paolo II. A presiedere le celebrazioni il 21 luglio scorso, davanti ad almeno 10 mila persone, è stato, come riferisce Radio Vaticana in un servizio firmato da Giada Aquilino, lo stesso patriarca.
Kazan, Fatima, Città del Vaticano. Sono soltanto alcune delle tappe compiute dalla “venerata icona della Madre di Dio di Kazan’”, come amava definirla San Giovanni Paolo II, ad essa molto devoto. Giunta in Vaticano negli anni ’90, dopo varie vicissitudini e soste in diversi Paesi, fu Papa Wojtyla a volerne il ritorno “sul suolo della Russia”: egli stesso il 25 agosto 2004, dopo averla preziosamente custodita, affidò l’immagine al cardinale Walter Kasper – all’epoca presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – per il “viaggio di ritorno” in Russia, per il patriarca  Alessio II. In quella terra, spiegò, l’icona “è stata per lunghissimi anni oggetto di profonda venerazione da parte di intere generazioni di fedeli” e intorno ad essa “si è sviluppata la storia di quel grande popolo”. Quindi, confidò la propria speciale devozione:
“Quante volte ho invocato la Madre di Dio di Kazan…”.

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San Giovanni Paolo II, a pochi mesi dalla sua scomparsa, il 2 aprile 2005, raccontò dunque della propria preghiera alla Madonna di Kazan’ per “proteggere e guidare il popolo russo” e per “affrettare il momento in cui tutti i discepoli del suo Figlio, riconoscendosi fratelli, sapranno – disse – ricomporre in pienezza l’unità compromessa”.

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A Kazan’, dunque, nell’area del monastero che ospita l’icona, il patriarca Kirill ha benedetto e posato la prima pietra della chiesa dedicata alla Vergine che, distrutta nel periodo comunista, sarà ricostruita nei prossimi tre anni. Ce ne parla padre Germano Marani, gesuita autore di un docufilm sull’Icona, che a Kazan sta seguendo le celebrazioni:
R. – Il patriarca Kirill, dopo la liturgia svoltasi nella Cattedrale dell’Annunciazione, nel Cremlino di Kazan’, è venuto, con una grandissima folla in processione, al monastero della Madre di Dio di Kazan’, dove a pochi metri ci sono le rovine della chiesa abbattuta dai sovietici. Ora, in questa chiesa, è stata inserita dal patriarca, con un rito breve ma bello e con dei canti, una capsula dorata, che contiene un documento che dice che oggi comincia una nuova ricostruzione della chiesa della Vergine di Kazan’.
D. – Si può immaginare che l’icona della Madre di Dio di Kazan’ sia proprio quella inviata da Giovanni Paolo II nel 2004?
R. – Non solo immaginare, per me è una certezza. L’icona che Giovanni Paolo II aveva mandato, ha ripreso il suo posto in mezzo al popolo di Dio. E’ un’icona veneratissima nella chiesa del monastero e lo prova la presenza di persone che continuamente vanno a venerarla.
D. – Perché la Vergine di Kazan’ è così venerata in Russia e non solo?
R. – E’ venerata in tutto il mondo. In particolare in Russia perché è legata a dei fatti storici, come la presa di Kazan’ da parte di Ivan il Terribile contro i Tartari: Kazan’ si trova nella Repubblica del Tatarstan e quindi la maggioranza della popolazione è tartara, dunque musulmana; quindi la vittoria legata a Napoleone, almeno secondo la tradizione spirituale e le leggende; poi l’assedio di San Pietroburgo, dell’allora Leningrado, durante la presa tedesca.