“LA VERITÀ DELL’ORTODOSSIA” SPIEGATA DAL FILOSOFO NIKOLAJ BERDJAEV (2)

Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev (in russo: Николай Александрович Бердяев; Kiev, 1874 – Clamart, 1948) è stato un filosofo russo. Dissidente anticomunista, espulso dalla Russia dai Bolscevichi nel 1922, emigrò in Francia, dove visse fino alla morte. Il blog “Cristiano ortodosso italiano” ha pubblicato, del grande pensatore, uno scritto dal titolo “La verità dell’Ortodossia” utile a comprendere il valore e la forza interiore della fede dell’Oriente cristiano (“l’altro polmone”, come la definiva, amorevolmente, San Giovanni Paolo II) anche per il lettore occidentale. Lo riproponiamo, in parti successive, per gli amici de “I sentieri dell’icona”.

di Nikolaj Berdjaev

Alla natura spirituale dell’Ortodossia appartiene un’originale e inviolabile ontologia che si presenta principalmente come la manifestazione della vita ortodossa e solo in seguito, del suo pensiero. L’Occidente cristiano ha percorso le strade del pensiero critico caratterizzate dall’opposizione tra soggetto e oggetto. In tal modo, l’insieme organico del pensiero e la sua organica connessione con la vita è stata violata. L’Occidente è capace d’una complessa spiegazione del suo pensiero, della sua riflessione, del suo criticismo e del suo preciso intellettualismo. Ma in questo processo esiste una violazione nella connessione tra colui che conosce e pensa e l’esistenza primordiale ed originale. La percezione esce dalla vita e dal pensiero, esce dall’esistenza. La percezione e il pensiero non passano attraverso l’integralità spirituale della persona nell’organica unità di tutte le sue forze. L’Occidente ha compiuto grandi gesta su questa base ma da questo è derivato il decadimento dell’originale ontologismo del pensiero impedendogli di entrare nella profondità della realtà. Questo ha comportato l’intellettualismo scolastico, il razionalismo, l’empirismo e l’estremo idealismo del pensiero occidentale. In campo ortodosso il pensiero è rimasto ontologico, unito all’esistenza, e questo è evidente attraverso l’intero pensiero russo religioso filosofico e teologico del XIX e XX secolo. Il razionalismo, il legalismo e ogni genere di normativizzazione è alieno all’Ortodossia. La Chiesa ortodossa non è definita da concetti razionali, viene espressa in concetti solo per coloro che vivono in essa, per coloro che sono uniti alla sua esperienza spirituale. Le forme mistiche del Cristianesimo non sono soggette ad alcun genere di definizioni intellettuali, non posseggono alcuna firma giuridica o razionale. Fare teologia in maniera genuinamente ortodossa significa fare teologia sulla base dell’esperienza spirituale. L’Ortodossia è quasi totalmente mancante di manuali scolastici. L’Ortodossia comprende se stessa attraverso la religione trinitaria; non con un astratto monoteismo ma in un concreto trinitarismo. La vita della Santa Trinità è riflessa nella sua vita spirituale, nella sua spirituale esperienza e nel suo percorso spirituale. La Liturgia Ortodossa inizia con le parole: “Benedetto è il Regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Ogni cosa inizia dall’alto, dalla Triade divina, dall’altezza della sua Essenza, non dalla persona e dalla sua anima. Nella comprensione ortodossa è la Divina Triade che discende non la persona che ascende. Nel Cristianesimo occidentale ci sono meno espressioni trinitarie di questo genere. E’ più cristocentrico e antropocentrico. Questa differenza è già riscontrabile in nuce tra gli autori patristici orientali e quelli occidentali: i primi si soffermano di più sulla Trinità divina, i secondi sull’animo umano. Così l’Oriente proclama prima di tutto i misteri dei dogmi trinitari e cristologici. L’Occidente insegna prima di tutto la Grazia, la libertà e l’organizzazione ecclesiastica. Comunque l’Occidente ha avuto una grande richezza e una grande varietà d’idee.

image

L’Ortodossia è quel Cristianesimo in cui avviene la più grande manifestazione dello Spirito Santo. E’ perciò che la Chiesa Ortodossa non accetta l’insegnamento del Filioque che viene visto come una subordinazione nell’insegnamento sullo Spirito Santo. La natura dello Spirito Santo non è rivelata tanto dai dogmi e dalla dottrina ma dalla sua azione. Infatti lo Spirito Santo è particolarmente vicino a noi ed è molto più immanente al mondo [di ciò che si creda]. Lo Spirito Santo agisce direttamente sul mondo creato e trasfigura la creazione. Questo insegnamento è stato rivelato dal più grande dei santi russi, Seraphim di Sarov. L’Ortodossia non solo è Trinitaria nella sua essenza ma vede come compito della sua vita terrena, la trasfigurazione del mondo nell’immagine Trinitaria facendolo diventare essenzialmente pneumatico (=spirituale).
In questo caso parlo delle profondità dei misteri dell’Ortodossia e non di opinioni superficiali su di essa. La teologia pneumatologica (=spirituale) , l’anticipazione di una nuova effusione dello Spirito Santo nel mondo, sono elementi molto più attinenti all’ambito ortodosso. L’Ortodossia da un lato è molto più conservativa e tradizionale rispetto al Cattolicesimo e al Protestantesimo ma, dall’altro, nel suo seno, c’è sempre stata una grande attesa di una nuova manifestazione religiosa nel mondo, di un’effusione dello Spirito Santo, della venuta della Nuova Gerusalemme. L’Ortodossia non si è sviluppata storicamente per quasi un millennio; il concetto di evoluzione le è estraneo ma la creatività religiosa vive nascosta ed è come conservata per una nuova, non ancora raggiunta, epoca storica. Questo è apparso evidente nei movimenti religiosi russi del XIX e XX secolo.

(2-continua)