L’ICONOGRAFIA IN ITALIA: LA CRIPTA DI SAN VITO VECCHIO A GRAVINA IN PUGLIA

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Alcuni suggestivi scatti nella Cripta di San Vito Vecchio, a Gravina in Puglia, con gli affreschi databili tra la fine del XIII  e l’inizio del XIV secolo. La cripta originale era stata dapprima abbandonata, poi ridotta a deposito di rifiuti ed infine usata come pozzo di acqua piovana. Gli affreschi erano da tempo conosciuti e nel 1956 furono acquistati dallo Stato Italiano che provvide a staccarli dalle pareti umide per provvedere al restauro conservativo. Le operazioni di stacco dalle pareti furono effettuati, nel 1956, dai tecnici della Soprintendenza di Bari in collaborazione quelli dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma. Dopo il restauro e dopo essere stati applicati su un nuovo supporto che riproduceva esattamente l’invaso della cripta, gli affreschi furono esposti nel padiglione dell’Italia alla Esposizione Universale di Bruxelles, nel 1958, suscitando notevole successo ed ammirazione. Gli affreschi sono stati attribuiti sia da Michele D’Elia che da Clara Gelao a maestranze locali attive a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo, tra Puglia e Basilicata, maestranze che fecero proprie le tecniche dell’arte bizantina.

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