PREGARE CON LE SANTE ICONE: QUANDO LO SPIRITO INCONTRA LE IMMAGINI

La diocesi di Napoli ha pubblicato, qualche tempo fa, un essenziale vademecum destinato a chiunque desideri pregare con la presenza delle Sante icone. Si tratta di un breve compendio di appunti che, tuttavia, è prezioso per la facilità della lettura e l’esaustività del contenuto, con particolari interessanti come la parte destinata all’analisi dei colori che compongono i pigmenti pittorici. Riportiamo il testo per gli amici de “I sentieri dell’icona”.

Pregare con le icone – alcuni punti essenziali

• Agire, pensare, riflettere a volte sono impegnativi o impossibili. Invece in ogni momento e stato d’animo è possibile vedere.

• Siamo responsabili di ciò che vediamo: lo possiamo scegliere. Gestiamo male la maggior parte delle immagini che vediamo.

• Memorizzare delle icone significa poter pregare con esse ovunque si sia ed in qualunque condizione, proprio come quando si richiama alla memoria immagini dolci del passato.

• Sono icone e non quadri perché create e pregate apposta affinché siano porta visibile dell’invisibile. Essa donano nella misura della nostra attenzione.

• Ogni icona celebra un avvenimento che ha avuto luogo in uno spazio ed in un momento preciso in cui Dio ha agito ed il cui eco è giunto sino a noi. Ogni icona ci interroga sui valori in gioco, sul brano biblico, sulla testimonianza di fede ad esso collegata.

Canoni di lettura: se vuoi sapere quello che sei guarda l’icona di Cristo (Evagrio)

❖ La prospettiva è diversa: la struttura dell’icona rimanda all’infinito e pretende che noi completiamo l’opera, essa attende che noi la si scriva.
❖ L’icona si dice scritta e non dipinta perché essa, per natura, vuole istituire un dialogo che porta a scrivere la storia della salvezza tra Dio e l’uomo. Ognuno istaura un rapporto unico con una icona. Il diavolo crea gli uguali, Dio – nella sua fantasia e creatività, crea gli unici (Dostoevskij).
❖ L’icona accoglie tutti, per questo è luogo di unità nella diversità ed unicità di ciascuno, tutti custodisce così come il cuore di Dio
❖ Non è l’icona ad essere bella, la realtà che rappresenta è bella!

Guida alla lettura: i colori

o BIANCO: riflette la luce, sottolinea i volti ed i gesti a significa l’illuminazione interiore che li guida. E’i colore del vestito di Cristo trasfigurato o risorto così come degli angeli. Indica pienezza.
o BLU: indica partecipazione all’indicibile, al divino, alla trascendenza. È impalpabile, tende all’infinito come il mare od il cielo. Se chiaro indica saggezza.
o ROSSO: sangue e fuoco. Indica il terrestre e l’umano, l’amore, il sacrificio, la bellezza e la forza umani. Il fuoco rosso è dell’inferno, quello dello Spirito è mescolato all’arancione ed all’oro.
o PORPORA: è misto di blu e rosso. Indica potenza e ricchezza. A Bisanzio era il colore del mantello dell’imperatore.
o VERDE: vegetale. È segno di vita e di rinnovamento. Partecipa al divino (blu+ arancio) ed al terrestre (piante).
o MARRONE: terra. Usato per i visi e le parti visibili del corpo che vengono dalla terra ed ad essa sono destinati. È segno di umiltà.
o NERO: negazione della luce dunque segno del male. Nei visi significa la rinuncia al mondo e li esalta contornandoli.
o ORO: il fondo d’oro si chiama luce. Nelle icone non c’è mai una fonte di luce perché la luce è il soggetto stesso. I personaggi non proiettano ombre: la creazione è tutta luce, la luce di Dio. Perciò non esistono cieli blu o notti stellate. Il cielo è Dio stesso

Forme e canoni

❑ Aureole: sono l’irraggiamento della luminosità dei corpi, la luce interiore li fa risplendere tutti.
❑ Aureole dei santi e di Cristo: sono bordate di rosso come segno dell’alleanza (cfr. Es. 24, 6-8 il sangue versato in segno di patto, alleanza).
❑ Corpi e vesti: tutto è unificato armonicamente segno dell’armonia interiore che è necessaria per la preghiera. I vestiti sono ricchi e l’anatomia è appena accennata. Ciò mostra che Dio è energia, le pieghe dei vestiti richiamano, infatti, continuo movimento.
❑ Nome: ogni icona ha un nome, in rosso sangue. Esso esprime il ruolo dell’icona che è l’incontro con una persona.
❑ Viso: è sempre centrato sullo sguardo.
❑ Dita: in Cristo la mano destra indica la Trinità (3 dita) o (2 dita) le due nature (umana e divina). La mano sinistra benedice.
❑ Collo: in Cristo, se gonfio, indica la pienezza dello Spirito Santo.
❑ Gambe: del Cristo in croce accennano ad un passo di danza: la danza della vittoria sulla morte.
❑ Architetture: sono sempre sullo sfondo e non passano avanti rispetto al soggetto. L’azione è interiore, non limitata da tempo o spazio. Per questo non si seguono le leggi della prospettiva. Spesso vi sono folle di teste uguali, porte e finestre poste a caso. Non si indulge su particolari che distrarrebbero dal soggetto rappresentato.

“L’immobilità esterna delle figure è paradossale, perché essa crea un forte impressione che qualche cosa si muova all’interno. Il piano materiale sembra tutto concentrato nell’attesa di un messaggio, lo sguardo solo tradisce la tensione delle energie vitali”.

Pavel Evdokimov

“Io non adoro la materia ma il creatore della materia, che è divenuto materia a causa mia, che ha voluto abitare la materia e che attraverso la materia mi ha salvato”

S. Giovanni Damasceno
Trattato II a difesa delle sante immagini, VIII secolo