QUANDO IN UNIONE SOVIETICA I DEVOTI SALVAVANO LE SANTE IMMAGINI

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Uno scatto, purtroppo anonimo, che simboleggia però tutta la drammaticità e la durezza di un’intera epoca. È inverno: la neve ha coperto in abbondanza le dacie e le legnaie di campagna in un villaggio della sterminata Russia. Una donna, con amorevole cura, sembra accingersi a dare riparo ad alcune icone. Non sono antiche, ma l’antichità, nei difficili anni dell’ateismo militante del tempo sovietico, non era un requisito decisivo per decretare la salvezza o la distruzione delle immagini sacre. È così questa donna, il cui sguardo si posa sul Volto “non dipinto da mano d’uomo”, reca con sé le icone: forse tratte da un nascondiglio divenuto non più idoneo anche a causa dell’umidità e del freddo, le trattiene con mani protettive. Forse sarà la casa, in un anfratto celato alla vista ma utile – come accadeva – a trasformarsi in un “angolo bello” della preghiera al momento opportuno, o forse un altro luogo. Ma di certo per quelle icone il rischio di qualche atto sacrilego pare scongiurato.