CATTOLICI E ORTODOSSI: IN SINTESI LE DIFFERENZE E LE SOMIGLIANZE (2)

Nell’agosto del 2004 don Sergio Mercanzin, fondatore e a lungo direttore del Centro Russia Ecumenica di Roma, grande amico de “I sentieri dell’icona” e componente del Comitato scientifico del nostro progetto culturale, scrisse, per il sito dimensionesperanza.it, un documentato articolo relativo alle differenze e ai distinguo principali che, sotto il profilo teologico-dottrinale, caratterizzano la dottrina cattolica da quella ortodossa. In occasione dello storico incontro, a Cuba, tra Papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill, venerdì 12 febbraio 2016, il nostro sito ha deciso di riproporre, in parti successive, il prezioso testo ringraziando l’autore per la concessione. La prima parte è stata pubblicata proprio il 12 febbraio 2016 ed è disponibile nelle sezioni “I documenti” e “Un po’ di storia…”.

 image

 di don Sergio Mercanzin
I Sacramenti

Come la Chiesa cattolica anche l’ortodossa ha una teologia sacramentaria che ammette l’esistenza di riti particolari, detti in greco misteri e in latino sacramenti, i quali, secondo una definizione abbastanza comune, sono azioni sacre istituite da Cristo e compiute dai suoi ministri, le quali contengono la grazia invisibile di Dio e la comunicano mediante un segno visibile. Per quanto riguarda il numero dei sacramenti, tutta la tradizione ortodossa concorda con quella cattolica nell’ammetterne sette. Quanto al carattere indelebile di alcuni, esso viene universalmente ammesso per il Battesimo, non da tutti per la Confermazione e l’Ordine sacro.

A) Battesimo
Anche per gli ortodossi il Battesimo è il primo dei sacramenti e di tutti il più necessario, perché per esso si viene introdotti nella Chiesa. Ministro del Battesimo è sempre il sacerdote; il laico ortodosso solo in caso di necessità. A differenza dei cattolici, presso gli ortodossi il sacramento viene amministrato per immersione. (1) Quanto alla validità del Battesimo dei cattolici romani, oggi essa è universalmente accettata; non così in passato. Tuttavia non mancano qui e là casi di ribattezzazione. Come la chiesa cattolica, così anche quella ortodossa ammette la possibilità di sostituire al Battesimo di acqua il Battesimo di sangue, cioè il martirio.

B) Cresima
Nella Chiesa ortodossa la Cresima segue immediatamente il Battesimo e generalmente viene conferita nel corso della stessa celebrazione. Essa viene conferita dallo stesso ministro che è il sacerdote, e la sua amministrazione non è riservata al Vescovo. La materia della Cresima è costituita dal sacro crisma che è olio di oliva purissimo mescolato a una gran quantità di sostanze aromatiche, consacrato dal vescovo, il Giovedì santo, ogni sette anni. La formula consiste nelle parole: “Sigillo del dono dello Spirito Santo” e l’unzione viene fatta non solo sulla fronte, ma anche su occhi, narici, orecchie, bocca, petto, mani e piedi. Contrariamente alla Chiesa cattolica, gli ortodossi ammettono che la Cresima si possa reiterare quando si tratta di apostati che ritornano alla loro fede.

C) Eucaristia
La dottrina della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia è chiaramente espressa nella lettera che i patriarchi orientali inviarono nel 1723 ai vescovi anglicani. “Noi crediamo – essi scrissero – che in questo sacramento N. S. Gesù Cristo non è presente solo simbolicamente o figurativamente, ma veramente e realmente, così che dopo la consacrazione del pane e del vino questi, quanto allo loro sostanza, sono cambiati e mutati nel vero corpo del Signore”. Quanto al momento della trasformazione del pane e del vino in Eucaristia, che noi chiamiamo transustanziazione, per la maggioranza dei teologi ortodossi moderni le parole sacramentali e l’invocazione dello Spirito Santo, detta epiclesi, formano un tutto inscindibile. Circa la materia dell’eucaristia, l’Oriente propende per il pane fermentato perché lo ritiene più completo, in quanto considera il lievito come anima del pane stesso e vede in questo meglio raffigurata la sua dottrina sulla natura umana completa di Cristo, anima e corpo. La Chiesa ortodossa non condivide l’uso della Chiesa latina della comunione sotto una sola specie e anche qui essa è aderente alla sua dottrina del Cristo totale, secondo la quale il Signore nell’Eucaristia si forma un corpo di pane e lo anima col suo sangue. (2)

D) Penitenza
Ministro della Penitenza, anche per la Chiesa ortodossa, è il sacerdote. Nel medioevo era diffuso l’uso di confessarsi a monaci non sacerdoti e di ricevere da loro l’assoluzione, ma questo abuso fu combattuto dai teologi e condannato dalla Chiesa ortodossa. La penitenza che il sacerdote impone dopo la confessione, le cosiddette epitimie secondo l’attuale dottrina teologica ortodossa, non hanno carattere soddisfatorio, ma soltanto pedagogico, perché il sacramento cancella anche le pene. Per questo motivo la Chiesa ortodossa ignora e rifiuta la dottrina cattolica delle indulgenze.

E) Ordine sacro
L’Ordine nella Chiesa ortodossa comprende tre gradi: diaconato, presbiterato ed episcopato. Anticamente, la Chiesa ortodossa riteneva che la consacrazione, una volta ricevuta, fosse incancellabile e quindi l’ordinazione non si potesse reiterare. Oggi i teologi ortodossi sono inclini ad ammettere che l’Ordine sacro non abbia carattere indelebile e che lo si possa perdere per degradazione o per rinuncia. Riguardo alla validità di ordinazioni fatte da vescovi non ortodossi, compresi i cattolici, la Chiesa ortodossa non ha tenuto una condotta costante; talvolta le ha respinte, talvolta le ha accettate.

F) Matrimonio
Il Matrimonio viene definito nella teologia ortodossa: “il sacramento per il quale, mentre il sacerdote pone l’uno nell’altra la mano degli sposi e implora su di loro lo benedizione di Dio, la grazia divina scende su di loro e li unisce indissolubilmente per tutta la loro vita, per il mutuo aiuto e per la generazione dei figli in Cristo”. In questo modo, secondo la concezione ortodossa, il ministro del sacramento è il sacerdote e non, come nella Chiesa cattolica, gli sposi. Tale concezione però è solo della teologia ortodossa recente, perché in passato si intendeva che i ministri del sacramento fossero gli sposi stessi. Esiste invece un profondo contrasto tra la dottrina cattolica e quella ortodossa per ciò che riguarda l’indissolubilità del matrimonio. Secondo la teologia ortodossa, infatti, il matrimonio può essere sciolto ove intercorrano alcune ragioni. Quante e quali siano queste ragioni è difficile poterlo dire, in quanto la prassi ortodossa varia da Chiesa a Chiesa e talvolta da regione a regione all’interno di una stessa Chiesa.

G) Olio santo
Dalla teologia ortodossa l’Olio santo viene definito il sacramento per il quale il sacerdote unge con olio l’infermo e implora la grazia di Dio per la guarigione dalla malattia corporale che l’affligge e, insieme, dai mali spirituali che spesso sono la causa di quelli materiali. L’olio necessario per le unzioni deve essere consacrato ogni volta e questo rito comporta la presenza di sette sacerdoti, i quali poi procedono all’unzione dell’infermo. Da notare che spesso l’amministrazione di questo sacramento viene fatta anche fuori dei casi di malattia e talvolta è un rito che si compie il Giovedì santo su tutti i presenti, oppure in altre particolari circostanze.
(2-continua)

Note

(1) Da notare che nel nuovo Rituale Romano dell’Iniziazione cristiana si richiama: «Si può legittimamente usare sia il rito di immersione, segno sacramentale che più chiaramente esprime la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, sia il rito di infusione» (Introduzione generale, n. 22; cfr RICA, n. 220).

(2) Anche per quanto riguarda la comunione sotto le due specie i richiami nei libri liturgici della rinnovata liturgia di Rito romano sono sempre più frequenti: cfr IGMR, nn. 56 h, 118, 240-252; Precisazioni CEI, nn. 10-11).