FRANCESCO E KIRILL, L’ABBRACCIO NEL SEGNO DELLA MADRE DI DIO DI KAZAN’

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Si è svolto nel segno dell’icona della Madre di Dio di Kazan’, veneratissima in Russia, lo storico incontro di venerdì 12 febbraio 2016 all’aeroporto internazionale dell’Avana, a Cuba, tra Papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill. Una scelta, al di là dei motivi di fede, non casuale: nel 2004 era stato Giovanni Paolo II, con un gesto di amore fraterno verso la “Chiesa sorella” russa e nella speranza di un faccia a faccia con l’allora patriarca Alessio II, a riconsegnare, con una solenne cerimonia, l’antica icona della Vergine, conservata nella cappella Pontificia in Vaticano dov’era giunta per tortuosi passaggi all’inizio del Novecento, appunto al Patriarcato. Anche a ricordo di quell’evento, Kirill, al termine del colloquio a porte chiuse, ha donato a Bergoglio una copia dell’effigie della Madre di Dio di Kazan’ (nella foto in copertina). E un’altra icona con il medesimo canone è stata collocata nella sala dove il Santo Padre e il patriarca hanno sottoscritto la Dichiarazione comune finale (nella foto sopra e in basso). “Le nostre due Chiese – ha detto Kirill parlando a braccio al termine – possono lavorare insieme attivamente difendendo il cristianesimo in tutto il mondo e con piena responsabilità affinché non ci sia più la guerra, affinché ovunque la vita umana sia rispettata, perché si rafforzino le fondamenta della morale, della famiglia e della persona”. “Abbiamo parlato come fratelli”, ha replicato Bergoglio anch’egli rispondendo senza testo scritto. “Abbiamo lo stesso battesimo. Siamo vescovi. Abbiamo parlato delle nostre Chiese. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che l’unità si costruisce nel cammino. Abbiamo parlato chiaramente senza mezze parole. Vi confesso che ho sentito la consolazione dello Spirito in questo dialogo. Ringrazio per l’umiltà fraterna di Kirill e il suo forte desiderio di unità. Sono venute fuori una serie di iniziative che credo siano fattibili e si potranno realizzare e per questo voglio ringraziare ancora una volta il patriarca per la sua benevola accoglienza. Non voglio andare via senza dare un forte ringraziamento a Cuba, al grande popolo cubano e al suo presidente. Lo ringrazio per la sua disponibilità attiva. Se continua così – ha concluso il Papa – Cuba sarà la capitale dell’unità”.

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L’icona della Madre di Dio di Kazan’
Il culto della Madonna di Kazan’ si diffuse in tutta la Russia e le furono dedicate numerose chiese. La sua immagine fu inoltre riprodotta in innumerevoli quadri. Trafugata nel 1904 dalla cattedrale di Kazan, ricomparve all’indomani della Rivoluzione sovietica fuori dalla Russia. Dopo vari passaggi di mano, fu acquistata dall’associazione Blu Army e dal 1985 conservata nel Santuario di Fatima. Nel 1993 fu donata a papa Giovanni Paolo II, devoto della Madonna, che l’ha custodita nel suo studio privato fino a quando, il 28 agosto 2004, l’ha restituita al patriarca di Mosca Alessio II, predecessore di Kirill, quale auspicio per il dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. La cerimonia di consegna si svolse presso la cattedrale della Dormizione per mano del cardinale Walter Kasper, l’allora presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Il testo della Dichiarazione finale con le firme del Papa e del patriarca di Mosca
Il testo della Dichiarazione finale con le firme del Papa e del patriarca di Mosca