“FRANCESCO E KIRILL, L’AUDACE ABBRACCIO CHE CAMBIERÀ LA STORIA”

“Molti vescovi ortodossi russi erano da anni a favore di una nuova pagina nelle relazioni tra le due chiese. Le relazioni diplomatiche hanno aiutato a far conoscere al Patriarcato la stima e il rispetto che il papa e la Santa Sede nutrono per la tradizione spirituale e per i valori morali difesi dalla Chiesa ortodossa e la comprensione per il pesante prezzo pagato da questa chiesa durante la persecuzione stalinista e comunista. Sono migliaia i martiri che hanno versato il proprio sangue a causa della fede in Gesù”. Lo ha dichiarato venerdì 5 febbraio 2016, a poche ore dall’annuncio ufficiale dello storico incontro a Cuba, il 12 febbraio, tra Papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill, il nunzio apostolico in Gran Bretagna monsignor Antonio Mennini, già rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa dal 2002 al 2010, intervistato da aleteia.org. Secondo Mennini, tra i “fattori esterni” che hanno accelerato la positiva conclusione delle trattative in corso da anni c’è anche “un investimento nelle persone. Già quando ero io nunzio in Russia, e poi ancora dopo, almeno 150 seminaristi russi hanno usufruito di borse di studio per le Università pontificie o altre istituzioni ecclesiastiche: tutte queste persone hanno contribuito a non far percepire Roma come estranea o addirittura nemica e a operare un cambiamento”.

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“E’ noto che una delle difficoltà maggiori per l’incontro tra pontefice e patriarca è stata la scelta del luogo ha quindi concluso il nunzio -: i russi volevano un luogo “neutro”, né a Mosca, né a Roma. Si è parlato a lungo di Bari, luogo di elezione per tanti pellegrini russi per la presenza delle reliquie di san Nicola. Nel 2013 ho accompagnato un vescovo russo da papa Francesco facendo da interprete e in quella circostanza il papa chiese di riferire a Kirill che lui era pronto ad incontrarlo dovunque e in qualunque momento. So che l’ha detto in tante altre circostanze, anche nella conferenza stampa in aereo tornando dal viaggio in Corea. Per arrivare a questa svolta certo è stata importante la personalità di Francesco che parla con il cuore ed è distaccato da etichette e precedenze, così come il coraggio di Kirill che sa di rischiare di poter pagare qualche prezzo: il risultato è un evento che cambia la storia”.