12.08.15

“Non si può vivere continuando a meditare sulla propria mortalità. Bisogna dimenticarsela. Sebbene prima o poi il pensiero ritornerà, si deve sempre cercare di scacciarlo via, soffocarlo, altrimenti potrebbe radicarsi nella coscienza e rendere la vita una miseria. Non si può pensare al fatto che si deve morire, altrimenti si impazzisce. C’è solo una cosa che può salvare l’uomo dalla pazzia, ed è l’incertezza. La vita del condannato a morte è diversa da quella di una persona normale solo perché il primo sa con esattezza quando morirà, mentre il secondo ne è totalmente all’oscuro e perciò ha la percezione di poter vivere per sempre, anche se esiste sempre una piccola possibilità che potrebbe finire ucciso il giorno successivo, per una disgrazia. La morte non fa paura di per sé, ciò che si teme è l’attesa”. Dmitry Glukhovsky (1979 – vivente)