“L’UOMO NUOVO”, SOLZENICYN RACCONTA IL RIFIUTO DELL’ICONA
|È un racconto drammatico, teso, a tratti sconcertante quello a cui, nell’ultimo libro “Tre racconti” (edizioni Jaca Book, 123 pagine, 10 euro, a cura di Sergio Rapetti), nel quale sono raccolti altrettanti scritti inediti del grande dissidente, dà forma Aleksandr Solzenicyn per riaffermare con forza e coraggio i valori della dignità e della libertà dell’uomo contro l’abbruttimento e il degrado della dignità individuale imposti dal regime sovietico. Lo scrittore che levò la sua voce, nonostante la repressione, e pagò a caro prezzo il suo coraggio, narra infatti, in mezzo a una umanità fatta di studenti senza scrupoli, funzionari di partito spregiudicati, burocrati asserviti al sistema, la storia di una giovane che, pur di cominciare la grande scalata all’interno dell’organizzazione giovanile del partito – il sogno di una generazione intera – sceglie un gesto apparentemente semplice eppure di alta valenza simbolica: straccia, in segno di pubblica abiura, l’icona di carta che gelosamente il nonno aveva custodito nei marosi della Rivoluzione e le aveva affidato come testimone della sua fede. Non è che la prima caduta in un gorgo senza fine perché, secondo lo scrittore, nessun sistema può reggersi senza la complicità anche involontaria, fatta di piccoli gesti se non addirittura di indifferenza, di chi lo subisce. Un libro da leggere anche per scoprire senza intermediari la tragedia della lotta antireligiosa nella Russia sovietica.