DOMANDE E RISPOSTE PER COMPRENDERE LE SANTE ICONE (1)

Il diacono ortodosso padre John Whiteford ha pubblicato una serie di testi, efficaci per sintesi e contenuto, articolati in forma di domande e risposte dedicate al significato, alla valenza e alla storia delle Sante icone. Li riproponiamo, in contributi successivi, per gli amici de “I sentieri dell’icona”.

1. Che cos’è un’icona?
Un’icona (dal termine greco eikòna, “immagine”) è un’immagine – di solito bidimensionale – di Cristo, dei Santi, degli Angeli, o di importanti eventi biblici, parabole, o eventi nella storia della Chiesa. San Gregorio il Dialogo (Papa di Roma attorno agli anni 590-604), parla delle icone come di Sacra Scrittura per gli analfabeti: “Ciò che uno scritto presenta ai lettori, una raffigurazione lo presenta agli illetterati che la contemplano, poi che in essa anche gli ignoranti vedono ciò che dovrebbero seguire; in essa gli analfabeti leggono” (Epistola al Vescovo Sereno di Marsiglia, NPNF 2, Vol. XII, p. 53). A quanti vorrebbero suggerire che ciò non ha più alcuna rilevanza nella nostra era illuminata, vorremmo far considerare quanto è alto il nostro tasso di “analfabetismo di ritorno”, e il fatto che anche le società più colte hanno un notevole segmento di analfabeti: i loro bambini piccoli! Le icone elevano le nostre menti dalle cose terrene a quelle celesti. San Giovanni Damasceno scrive: “siamo condotti da icone percettibili alla contemplazione di quelle divine e spirituali” (PG 94:1261°). E mantenendo di fronte a noi la loro memoria attraverso le icone, siamo pure ispirati a imitare la santità di quanti vi sono raffigurati. San Gregorio di Nissa (ca. 330-395) parlava di come non potesse passare “senza lacrime” di fronte a un’Icona di Abramo che sacrifica Isacco (PG 46: 572). Commentando su questo passo, fu notato nel Settimo Concilio Ecumenico, “Se a un simile Dottore l’immagine era d’aiuto e procurava lacrime, quanto più nel caso di persone ignoranti o semplici porterà compunzione e beneficio.” (NPNF2, Vol.4, p. 539).

2. I cristiani cattolici ed ortodossi pregano le icone?
I cristiani pregano in presenza di icone (così come gli Israeliti pregavano in presenza di icone nel Tempio), ma noi non preghiamo “le” immagini.

3. Le icone fanno miracoli?
Per mettere questa domanda nella giusta prospettiva, consideriamo alcune altre domande:

*L’Arca dell’Alleanza faceva miracoli? (Gs 3: 15s; 1 Sam 4-6; 2 Sam 11-12)
*Il Serpente di Bronzo guariva chi era stato morso dai serpenti? (Num 21 :9)
*Le ossa del Profeta Eliseo risuscitarono un uomo dai morti? (2 Re 13:21)
*L’ombra di San Pietro guariva i malati? (At 5:15)
*I grembiuli e fazzoletti toccati da San Paolo guarivano gli infermi e scacciavano gli spiriti maligni? (At 19:12)

La risposta a queste domande è: sì, in un certo senso. Nondimeno, per essere precisi, era Dio che operava miracoli attraverso queste cose. Nel caso dell’Arca e del Serpente di Bronzo, abbiamo immagini che vengono usate per operare miracoli. Dio operò miracoli attraverso le reliquie del Profeta Eliseo, attraverso l’ombra di un Santo, e attraverso oggetti che avevano appena toccato un santo. Perché? Perché Dio onora quanti lo onorano (1 Sam 2:30), e perciò si compiace di operare miracoli attraverso i suoi Santi, anche attraverso questi mezzi indiretti. Il fatto che Dio possa santificare oggetti materiali non dovrebbe sorprendere alcuna persona che sia familiare con le Scritture. Per esempio, non solo l’Altare del Tempio era santo, ma pure tutto ciò che lo toccava era santo (Eso 29:37). Rifiutare la verità che Dio opera attraverso le cose materiali significa cadere nello gnosticismo. Perciò sì, in senso lato, le icone possono fare miracoli -ma per essere precisi, è Dio che opera miracoli attraverso le icone, perché Egli onora quanti lo hanno onorato.
(1-continua)