LA FIAMMA CHE ARDE DAVANTI ALLE ICONE: UNA PREGHIERA PERMANENTE

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Le lampade votive che ardono davanti alle Sante icone, nelle chiese come nelle case dei fedeli ortodossi, rappresentano uno dei tratti caratteristici della venerazione delle sacre immagini. In Russia, in particolare, nell’”angolo bello” riservato alle icone trova spazio, solitamente, una lampada che arde in maniera permanente. Tale usanza, per coloro che amano tali opere e vi si rivolgono per la preghiera personale o familiare, si sta gradualmente diffondendo anche fra i cristiani d’Occidente. Ma come prendersi cura di una lampada votiva? In quale modo evitare che essa possa trasformarsi, in ambito domestico, in un potenziale pericolo? E ci sono regole per i materiali da utilizzare a scopi sacri? Di seguito riportiamo alcune indicazioni che la Chiesa ortodossa rivolge ai suoi fedeli ma che, di fatto, sono utili per chiunque voglia lasciare una fiamma davanti alle Sante immagini.

Nell’angolo delle icone dovremmo sempre avere un’icona di Cristo, una della Madre di Dio, e di tutti i santi che desideriamo venerare o ricordare regolarmente. Molte famiglie dedicano la chiesa domestica a un particolare santo, ponendo nell’angolo anche la sua icona. Di fronte alle icone, lontano dalla portata di bambini piccoli e animali domestici, ci dovrebbe essere, perpetuamente accesa, una lampada a olio. Anche se alcuni accendono davanti alle icone candele votive di cera, la tradizione è di usare olio di oliva. Le luci elettriche, invece, non sono appropriate. L’olio d’oliva si riaggancia a una tradizione molto antica. Il primo rimando biblico è alla colomba che riportò nell’Arca un ramoscello d’ulivo (Genesi 8,11) come segno della misericordia di Dio. Si noti la somiglianza tra le parole greche elaion (olio d’oliva) ed eleos (misericordia). Inoltre, le lampade ad olio richiedono attenzione quotidiana e pulizia periodica. Questo ci costringe a rendere a Dio qualche piccolo servizio ogni giorno, non fosse altro che qualcosa di tanto semplice quanto mantenere una lampada. Vi sono un certo numero di utensili destinati a bruciare l’olio davanti alle icone. Molto comune tra questi è lo stoppino con il galleggiante, che utilizza pezzi di sughero per mantenere lo stoppino e la fiamma fluttuanti sull’olio. Ecco come prendersi cura delle lampade a olio.

1. Il vetro. Per la lampada si può usare un bicchiere votivo o qualsiasi bicchiere con l’imboccatura larga. Una volta usato per la lampada, un bicchiere non dovrebbe essere riutilizzato per alcun altro scopo. Tradizionalmente si usano vetri di colore rosso o blu, che danno un gradevole riflesso.

2. L’olio. L’uso dell’olio nelle lampade votive è, come si è detto, un’antica tradizione, che risale fino ai tempi di Mosè. L’olio d’oliva brucerà meglio se il suo contenitore è lasciato aperto, e l’olio viene lasciato a invecchiare (o persino a diventare rancido). Meglio proteggere (soprattutto in estate) l’olio lasciato all’aperto da insetti e da altre possibili fonti di contaminazione. Prima di versare l’olio nel bicchiere, alcuni aggiungono una piccola quantità d’acqua con un poco di sale. L’olio galleggerà sull’acqua, e nel caso in cui la lampada venga lasciata per troppo tempo incustodita, l’acqua estinguerà la fiamma quando l’olio si sarà del tutto consumato.

3. Lo stoppino. Per fare uno stoppino, si può usare un filo di cotone lungo fino a una trentina di centimetri. Se viene messo a bagno nell’aceto brucerà con una fiamma più brillante e più pulita ma, prima, deve essere fatto completamente asciugare.

4. La fiamma. I Padri del Monte Santo (il Monte Athos) hanno insegnato a usare una fiamma molto bassa, che chiamano apathes, o “impassibile” (le dimensioni della fiamma, per fare un paragone, non dovrebbero essere superiori a quelle di un piccolo nocciolo d’oliva). La fiamma dovrebbe bruciare in modo uniforme e non tremolare, poiché in tal caso sarebbe un disturbo durante la preghiera.

5. Le pulizie. Il tovagliolo o tessuto usato per pulire il carbone e l’olio dalle dita dovrebbe essere bruciato in un luogo separato (il posto migliore è l’incensiere domestico) e non gettato semplicemente nella spazzatura. Attenti a non far colare l’olio quando accendete la lampada (San Teodoro lo Studita imponeva un canone di trenta prosternazioni all’ecclesiarca che versava olio dalle lampade delle icone in chiesa). Il vetro dovrebbe essere lavato periodicamente, e l’olio rimpiazzato. L’acqua in cui si lava la lampada (così come l’olio vecchio) non dovrebbe essere versata negli scarichi. Piuttosto, è meglio versarla nel terreno sotto piante e alberi, o in un’area che non viene calpestata da nessuno.

6. Precauzioni. Per l’olio bruciato di fronte a un’icona si dovrebbe mostrare la stessa cura e riverenza che mostriamo all’icona stessa.  In caso di sospetti di pericolo da parte di assicurazioni, vigili del fuoco, etc., si può dimostrare come una lampada scossa o urtata (soprattutto se la fiamma è mantenuta bassa e costante) ha la tendenza a spegnersi da sola. Se si prendono le precauzioni adeguate, una lampada da vigilia non è particolarmente pericolosa.

Un aneddoto: un giorno, di fronte alle richieste di un figlio spirituale che gli chiedeva cosa fare per assicurare la casa, un monaco indicò la lampada che ardeva nell’angolo delle icone, e disse: “Non lasciarla spegnere. Abbine cura ogni giorno. Questa è la migliore di tutte le assicurazioni”.

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